Luciano Spalletti teme più le “voci” che le sconfitte? Mercoledì sera ha già provato a passare sopra al primo ko in campionato, il secondo stagionale dopo quello indolore a Liverpool, come ogni bravo allenatore fa. Ma, dopo aver indirizzato garbate frecciate a chi ha reso meno nel match contro l'Inter (soprattutto deludente l'attacco), ha detto: «Una delle qualità che deve avere una squadra è sapere difendersi da tutte le voci che ci corrono incontro, si legge un po’ di tutto, con quelli a cui piace portare il discorso dove gli fa più comodo. Non possiamo pararle tutte, ci si distacca un po’ da quello che viene detto. Siamo una squadra forte, abbiamo giocatori seri e si ricomincia con fiducia». E poi un riferimento all'ambiente, che dovrà essere bravo a digerire questa sconfitta e a guardare avanti, come sempre mettendendosi dallo stesso lato dell'allenatore e della sua squadra.
A chi si riferisce Spalletti? Il destinatario non è precisato ma è individuabile. Al tecnico non sono piaciute le “voci” ascoltate prima della trasferta a Milano, compresa quella dell'autorevole scrittore tifoso Roberto Saviano, che ha tirato fuori la parola da anni turba i sogni dei napoletani: complotto.