Striscione Verona-Napoli, non cada
nel vuoto l'appello di Spalletti

Striscione Verona-Napoli, non cada nel vuoto l'appello di Spalletti
Francesco De Lucadi Francesco De Luca
Lunedì 14 Marzo 2022, 13:00 - Ultimo agg. 15 Marzo, 07:24
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Sono passati oltre 12 anni da quel giorno di autunno del 2009, quando nell'aula magna di Coverciano l'allora ct della Russia, Fabio Capello, fece una denuncia forte: «Il calcio italiano è mano agli ultrà». Verità sacrosanta e troppo deboli sono stati finora i provvedimenti per spezzare il “patto” malvagio tra i club e le frange estremiste delle curve, dove spesso vi sono elementi della criminalità organizzata, politicizzata o meno. 

L'episodio di Verona, con quell'orribile striscione esposto dalla Curva Sud del Bentegodi (gli idioti mettono anche la firma, sapete), non è soltanto l'ennesimo atto di quella vergognosa, massiccia e inspiegabile dose di razzismo che viene scaricata su Napoli ogni qual volta la squadra va a giocare in uno stadio del Nord. È stato superato il segno con il richiamo alla guerra in Ucraina. Poi, all'interno dello stadio, vi sono stati quei cori a cui non faremo mai l'abitudine e che vengono sanzionati dal giudice sportivo della Lega Serie A, Mastrandrea, con una multa di 10mila euro. Perché per i cosiddetti casi di discriminazione territoriale non si può chiudere uno stadio. 

 

Domenica pomeriggio un grande uomo di calcio come Luciano Spalletti ha lanciato un messaggio forte da quello stadio dove nel lontano 1984 Maradona scoprì quanto profondo fosse l'odio verso Napoli e i napoletani, ascoltando per la prima volta cori razzisti contro la sua nuova squadra.

L'allenatore degli azzurri ha chiesto con forza che siano espulsi dagli stadi i violenti, anche quelli che urlano offese ed espongono striscioni. E il discorso, ha precisato, vale anche per i tifosi della sua squadra, affinché non vi siano equivoci sul senso della sua riflessione. 

Ripulire gli stadi è una battaglia di civiltà e va combattuta da tutti, soprattutto dalle istituzioni calcistiche che non possono limitarsi a multarelle o a puntualizzazioni sui luoghi dove è possibile l'intervento della giustizia sportiva. Sappiamo bene che uno striscione esposto all'esterno di uno stadio, seppur firmato, non può far scattare la chiusura di un settore o dell'intero impianto, ma dopo quello che è accaduto a Verona serve un provvedimento esemplare, dunque straordinario. Che vada oltre gli attuali regolamenti per difendere l'immagine del calcio italiano. Se il Palazzo federale non lo ha capito, è in gioco qualcosa di più importante di una qualificazione al Mondiale, di un'approvazione del nuovo statuto, di ristori dal governo.

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