Avellino, depuratori fermi: nuove indagini dei carabinieri a Pianodardine

I controlli sono scattati ieri mattina con l'accesso nell'impianto per prelevare campioni dai reflui

Nuove indagini dei carabinieri a Pianodardine
Nuove indagini dei carabinieri a Pianodardine
di Katiuscia Guarino
Mercoledì 24 Gennaio 2024, 11:03 - Ultimo agg. 12:14
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Controlli dei carabinieri del Noe (Nucleo Operativo Ecologico) insieme ai funzionari dell’Arpac al depuratore di Pianodardine nel comune di Manocalzati.

I controlli sono scattati ieri mattina con l'accesso nell'impianto per prelevare campioni dai reflui.

Non è la prima ispezione compiuta dai militari del Noe ad un impianto di depurazione in Irpinia nell’ultima settimana.

Qualche giorno fa, l'ispezione ha infatti riguardato anche il depuratore di Lacedonia per l'area del Calaggio.

Intanto, si attendono i risultati dei controlli, a seguito dei campionamenti eseguiti giorni addietro nelle vasche dei depuratori industriali gestiti da Asidep negli altri impianti. 

Gli accertamenti sono finalizzati a evitare una bomba ambientale e accertare la presenza di eventuali sversamenti e che impatto avrebbero avuto sull'ambiente.

Sulla vicenda la Procura della Repubblica di Avellino ha acceso i riflettori.

L'operazione è scattata lo scorso mese di dicembre in seguito allo stop degli impianti a causa dello stato di agitazione dei dipendenti Asidep.

L'obiettivo è verificare se si siano verificati degli sversamenti e se abbiano superato la soglia limite stabilita dalla legge.

Di conseguenza, si vuole accertare se si siano determinati livelli di inquinamento ambientale. 

I controlli nel suo complesso e i campionamenti sono stati eseguiti dai Carabinieri del Gruppo Forestale di Avellino, dai colleghi del Nucleo Operativo Ecologico di Salerno supportati dal personale dell'Arpac.

A giorni si dovrebbero conoscere i risultati dei prelievi eseguiti lo scorso dicembre.

Le operazioni sono state coordinate dalla Procura della Repubblica di Avellino.

I controlli prendono spunto da un esposto presentato da alcuni lavoratori di Asidep.

Sono stati, quindi, eseguiti dei campionamenti nelle vasche per analizzare i livelli delle sostanze inquinanti.

In base all'esito delle analisi potrebbero essere avviati ulteriori accertamenti al fine di adottare eventuali provvedimenti.

Lo scopo è, appunto, quello di verificare se siano superati i valori tabellari, cioè il limite stabilito dalla legge. 

Sono nove i depuratori gestiti dall’Asidep.

Tra questi sono stati effettuati prelievi di campioni gli impianti di Nusco, Lacedonia, Conza della Campania, Flumeri, Sant’Angelo dei Lombardi e quello di Pianodardine, nel territorio del comune di Manocalzati.

All'opera dunque i carabinieri forestali e del Noe.

L’attività di analisi è ora affidata ai laboratori dell’Arpac che ha fornito supporto in tutte le fasi. «È fondamentale prestare attenzione alle vertenze per evitare potenziali impatti ambientali negativi. Il nostro impegno come organo tecnico è quello di supportare le forze dell'ordine nelle attività di controllo per preservare l'ambiente», dice Stefano Sorvino direttore generale dell’Arpac.

Da capire, dunque, quali possano essere gli effetti di eventuali sversamenti.

I risultati sono fondamentali per stabilire quali provvedimenti adottare: si potrebbe passare dalla sanzione amministrativa, se si rientra in una determinata fascia dei valori tabellari previsti dalla legge, a ipotesi penalmente rilevanti, se dovessero essere stati superati i tetti massimi.

Questo significherebbe che ci sono rischi importanti per l’ambiente.

Tutto, dunque, dipende da ciò che verrà fuori dall’attività di analisi da parte degli esperti dell’Arpac.

L’Agenzia regionale per l’ambienta sta lavorando in maniera certosina sulla questione. Il passaggio è dunque cruciale.

Non sono da escludere, sia a risultato definitivo, sia nell’attesa degli stessi, ulteriori accertamenti da parte dei Carabinieri del Gruppo Forestale di Avellino e dei colleghi del Nucleo Operativo Ecologico su richiesta dell'autorità giudiziaria. 

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