Restano ugualmente in carcere Salvatore e Francesco Crisci, padre e figlio accusati dell'omicidio di Felice Lippiello, il 54enne di Baiano morto dopo un accoltellamento. Nonostante le accuse nei loro confronti siano state riqualificate ed alleggerite da omicidio volontario ad omicidio preterintenzionale le misure cautelari per i due presunti responsabili non sono state attenuate.
I giudici del tribunale del riesame di fatto hanno accolto parzialmente le richieste dei due difensori - gli avvocati Antonio Falconieri e Francesco Pecchia di Salvatore e Francesco Crisci, senza concedere agli stessi una misura meno afflittiva.
I due sono stati tradotti in carcere dopo che a fine febbraio sono stati raggiunti da un decreto di fermo indiziario di delitto eseguito dai carabinieri del nucleo investigativo di Avellino e firmato dal pubblico ministero Vincenzo Toscano. Il gip Giulio Argenio non ha ritenuto di non convalidare il fermo eseguito dai carabinieri, in quanto non ha ravvisato il pericolo di fuga, ma ritenendo invece sussistente la pericolosità e un quadro indiziario a carico dei due indagati, ha applicato la misura cautelare in carcere.
I due indagati nel corso dell'udienza di convalida della misura cautelare hanno fatto scena muta, scegliendo di non rispondere alle domande del gip per chiarire la loro posizione. Intanto proseguono le indagini dei militari dell'Arma che in pochissimo tempo hanno chiuso il cerchio sui due indagati, considerati gli autori del delitto di Felice Lippiello. Gli inquirenti adesso sono concentrati sugli accertamenti irripetibili che saranno eseguiti nei prossimi giorni sull'auto, sugli abiti e le scarpe dei Crisci. Il tutto già inviato ai laboratori dei Ris di Roma. Ma a risolvere il caso potrebbero essere gli accertamenti che saranno eseguiti nei prossimi giorni su un cappellino di baseball rinvenuto sulla scena del delitto.
Dalle sommarie informazioni è emerso che il cappellino non apparteneva alla vittima. Saranno gli accertamenti dei laboratori del Ris a stabilire se all'interno del cappellino ci siano o meno tracce biologiche riconducibili ad uno dei due indagati. Sarebbe una prova che andrebbe a consolidare il quadro indiziario in mano agli inquirenti. L'assassinio è avvenuto lo scorso 9 febbraio a Baiano e, verosimilmente, al culmine di una lite per la gestione delle locali piazze di spaccio della droga. Ad infliggere il colpo fatale (presumibilmente con un coltello, ma l'arma non è stata ancora ritrovata) sarebbe stato proprio il 19enne. Il padre Salvatore, invece, avrebbe colpito Felice Lippiello con schiaffi e spintoni. Felice Lippiello era uscito da poco dal carcere.