Cassano Irpino, le sorgenti passano alla Regione Campania

Passa dall'Irpinia alla Regione un pezzo di storia del servizio idrico consorziato cominciato nel 1938

Le sorgenti di Cassano Irpino passano alla Regione
Le sorgenti di Cassano Irpino passano alla Regione
di Alessandro Calabrese
Giovedì 3 Agosto 2023, 10:00
4 Minuti di Lettura

Dopo oltre 50 anni la centrale di Cassano Irpino, cuore pulsante dell'acquedotto che alimenta 96 comuni della provincia di Avellino e 31 sanniti, non è più dell'Alto Calore. Ieri mattina l'amministratore unico della partecipata di corso Europa, Michelangelo Ciarcia, ha firmato la determina di avallo che prende atto del verbale conclusivo della ricognizione degli impianti da trasferire alla Regione Campania, nell'ambito del progetto della Grande Adduzione Primaria.

A Palazzo Santa Lucia, dunque, passano la gestione e i costi della struttura che ammontano ad oltre 1 milione e 100mila euro annui per la sola energia elettrica e ad ulteriori 700mila euro circa all'anno tra personale, manutenzioni, riparazioni condotte, materiali, clorazione e analisi di laboratorio.

Un bel risparmio che va a sommarsi alla fine dei maggiori esborsi dovuti all'acquisto della corrente nell'ambito del meno conveniente mercato di salvaguardia, a cui Acs è stato costretto finora per motivi legati alla liquidità e alla sua generale situazione economico-finanziaria deficitaria, spendendo negli ultimi 5 anni 14 milioni di euro in più.

Con la centrale di Cassano, la prima risalente al 1972 e la seconda al 1990, passa dall'Irpinia alla Regione un pezzo di storia del servizio idrico consorziato cominciato nel 1938. Attraverso lo stato di consistenza, a cui hanno lavorato il direttore tecnico Francesco Monaco, esperto conoscitore dell'acquedotto irpino-sannita, insieme a Rosario Manzi, responsabile degli Impianti e reti del ciclo integrato delle acque di rilevanza regionale e Vincenzo Trinchillo, funzionario della stessa direzione per gli acquedotti regionali, si è stabilito quali strutture dovevano passare alla Regione nell'ottica di un piano che mira parallelamente all'individuazione di impianti di rilevanza interdistrettuale e al salvataggio dal fallimento dello stesso Alto Calore.

Con la centrale di Cassano e i relativi serbatoi e acquedotti della Normalizzazione, Ramo orientale e centrale, vengono trasferiti all'ente campano anche i punti di prelievo dell'energia elettrica a servizio della sorgente del Baiardo di Montemarano e della stazione di rilancio di Zingara Morta a Pontelandolfo. L'operazione si è potuta effettuare grazie all'enorme lavoro di riordino e riorganizzazione di tutte le strutture, svolto proprio dall'ingegnere Monaco. Sottoscritto l'atto di trasferimento si è concluso il passaggio formale degli impianti ma per quello operativo servirà almeno un anno. Tanto è stato preventivato per portare a termine la gara d'appalto volta ad individuare il partner privato della società mista che la Regione Campania costituirà per gestire queste ed altre strutture della Grande Adduzione Primaria.

Nel frattempo, quindi, Alto Calore continuerà ad essere attivo sulla centrale percependo un importo per il prolungarsi della gestione pari a tutti i costi sostenuti. Naturalmente, il passaggio degli impianti comporterà, da parte della stessa partecipata, l'acquisto all'ingrosso della quota di acqua prima prelevata a Cassano e Serrapullo attraverso il concessionario Acqua Campania. 

L'operazione di cessione delle strutture rientra nel piano di salvataggio e rilancio dell'Acs. La prossima tappa, legata alla firma del governatore De Luca del decreto di affidamento del Servizio Idrico Integrato, sarà la sottoscrizione della convenzione che rende operativa la gestione e va a completare l'assegnazione. Il perfezionamento dell'atto è previsto per l'8 agosto. A seguire, poi, per chiudere, si spera definitivamente, il capitolo del default dell'Alto Calore, si attende la riunione dell'assemblea dei creditori, in particolare fornitori, che dovranno accettare la proposta concordataria per rientrare almeno in parte di quanto gli spetta. E, per finire, l'omologa al concordato da parte del Tribunale. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA