Vladimir Luxuria non rinuncia alla Candelora:
«Contro il Covid serve Mamma Schiavona»

Vladimir Luxuria non rinuncia alla Candelora: «Contro il Covid serve Mamma Schiavona»
di Rossella Fierro
Martedì 2 Febbraio 2021, 08:41 - Ultimo agg. 13:22
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Una preghiera a Mamma Schiavona «affinché ci liberi dal Covid» e uno sguardo rivolto alla crisi di Governo, «per approvare la legge contro l'omotransfobia meglio ricucire lo strappo con Italia Viva che dare il Paese in mano alla destra». Vladimir Luxuria non rinuncia alla Candelora. Devota della Madonna Nera di Montevergine e madrina di quello che negli anni è diventato un appuntamento non solo religioso ma anche sociale e politico per la battaglia contro ogni forma di discriminazione di genere, l'ex parlamentare arriva in Irpinia con ventiquattro ore di anticipo. «Siamo stati tutti devastati dalla pandemia. Le famiglie, l'economia, la psicologia, le relazioni sociali che per noi del Sud sono fondamentali, ogni aspetto della nostra vita è stato messo a dura prova. Ora dobbiamo provarle tutte per venirne fuori: dai vaccini alle misure di contenimento anti contagio, fino a chiedere, per chi crede, l'intercessione misericordiosa di Mamma Schiavona. Lei, così come secondo la leggenda ha salvato nel 1200 due giovani omosessuali da morte certa, oggi può fare la sua parte per liberarci definitivamente dal Coronavirus» dice Luxuria in un breve incontro con i cronisti all'Hotel Malaga di Atripalda.

Come tutti gli altri anche l'icona del mondo trans si prepara dunque ad una festa a misura di Coronavirus: a Montevergine saranno infatti consentite solo le tre funzioni religiose della mattinata, niente balli e abbracci come da tradizione, e salita in vetta consentita solo tramite funicolare. «Chiaramente come tutti non vedo l'ora di poter tornare alla nostra meravigliosa normalità, fatta di tammorre, paranze, festa, balli e canti dedicati alla nostra Madonna. Ma dobbiamo restare con i piedi ben saldi nella realtà: andremo a Montevergine ma in maniera molto più composta e soave, come lo scrittore Giuseppe Marotta definiva Mamma Schiavona.

Gli assembramenti vanno evitati non solo per scongiurare il rischio contagi, ma anche per rispetto alle tante, troppe vittime del Covid 19 e dei loro familiari che non hanno potuto neanche stare loro vicino nel momento più duro. Il popolo di Mamma Schiavona saprà dimostrare la sua sensibilità tenendo un comportamento assolutamente sobrio».

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Luxuria poi non nasconde un velo di commozione nel ricordare il suo rapporto con la fede riscoperto proprio ai piedi del santuario di Montevergine «quel luogo mi ha cambiato la vita. Ritornare a credere, dopo un periodo in cui qualcuno voleva convincermi che quelle come me non avevano diritto alla preghiera, è stato qualcosa di unico per me. Mi ha riportato indietro ai tempi in cui nella mia città, Foggia, frequentavo la Chiesa con piacere da credente prima di essere allontanata». Da ex parlamentare poi un commento sull'attuale crisi di Governo: «il mio auspicio è che non si vada a votare proprio adesso, perché non sarebbe il caso nel pieno di una emergenza sanitaria e di una crisi economica senza precedenti. Ma anche per i temi che ci stanno a cuore maggiormente, come quelli dei diritti civili. Non dimentichiamo che il dl Zan contro l'omotransfobia e la misoginia per diventare legge deve essere ancora discusso al Senato, dove i numeri sono più a rischio. Quindi mi auguro che lo strappo con Italia Viva possa rientrare, perché sono sicura che i senatori renziani voterebbero a favore della legge. Indipendentemente dalle responsabilità politiche che sono alla base di questa crisi di Governo, preferisco che rientri una Boschi piuttosto che una Binetti per capirci». E a Luxuria non sfugge di essere arrivata in città proprio nel giorno in cui il consiglio comunale di Avellino ha conferito la cittadinanza onoraria a Patrick Zaki, lo studente egiziano imprigionato al Cairo che all'Università di Bologna frequentava un master proprio in studi di genere. «Da cittadina onoraria di Ospedaletto d'Alpinolo, mi sento irpina anche io e quindi questa è una notizia che mi riempie di orgoglio - chiosa - la liberazione di Patrick, studente che si interessava al tema dei diritti civili negati in Egitto, mi sta particolarmente a cuore».

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