Ultimo saluto alla volontaria
della Misericordia investita da un'auto

Ultimo saluto alla volontaria della Misericordia investita da un'auto
di Stefania Marotti
Martedì 29 Luglio 2014, 22:06
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AVELLINO - La citt ha reso l’estremo saluto alla giovane Daniela Di Salvia, la trentatreenne volontaria della Misericordia spentasi venerd scorso, dopo 5 giorni di agonia. «L’angelo del sorriso», come è chiamata da tutti, era stata travolta da un’auto il 20 luglio, dando prova, fino all’ultimo istante di vita, della sua generosità. Daniela, infatti, vedendo sopraggiungere la Smart che ha stroncato la sua esistenza per l’eccessiva velocità, nella centralissima via Tagliamento, è riuscita a spingere la sua amica, evitandole di rimanere travolta dall’impatto fatale.

Ieri, nella Chiesa di San Francesco di Via degli Imbimbo, i funerali celebrati dal vicario del Vescovo, don Sergio Melillo. Daniela Di Salvia era da sempre al fianco dei sofferenti, come operatrice volontaria, per alleviare, con la freschezza della sua giovane età, le angosce di chi è meno fortunato. Alla cerimonia funebre hanno preso parte tutti volontari della Misercordia di Avellino, con il presidente Giuseppe Argenio, il direttore della Caritas diocesana Carlo Mele, la presidente onoraria della Consulta dei disabili Marinella Pericolo, a testimonianza dell’impegno sociale e dell’affetto verso Daniela Di Salvia e la sua famiglia, visibilmente provata dalla tragedia. A rappresentare l’intera amministrazione comunale, il primo cittadino Paolo Foti, che ha reso omaggio alla vita spezzata della ragazza, ricordando il suo senso civico ed umanitario anche con il manifesto commemorativo del Comune.

Amici e tanta gente comune hanno gremito la chiesa fino al sagrato, in segno di vicinanza alla vittima ed ai suoi familiari, il papà, Giuseppe, avvocato, la mamma Lina, docente di Inglese al Liceo Classico Colletta di via Tuoro Cappuccini e presidente dell’Associazione Italo Britannica, il fratello Mario, avvocato, con la moglie Tina ed i piccoli Giuseppe e Leonardo, fino alla sorella Elena. «Nel silenzio e nell’oscurità della morte - ha spiegato don Sergio Melillo nell’omelia - non si interrompe la comunione di affetti, ma ci si interroga sulla vita. Con la sua testimonianza, Daniela ci trasmette una dimensione nuova, l’esercizio della carità tra un’umanità sofferente. Con amore, ha insegnato la nostra lingua anche agli immigrati, dando loro speranza e fiducia. Daniela ci ricorda che la nostra patria è nei cieli, dove risiede la verità dei credenti. Il nostro è il tempo dell’attesa e della riconciliazione con il Salvatore e la comunità».
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