«Rispondendo ad una richiesta del nostro parroco don Luca Monti ho consentito che si esponesse l'immagine del Volto Santo». Ad annunciarlo dall'altare della chiesa madre di Sant'Ippolisto martire è il vescovo di Avellino Arturo Aiello che ieri ha officiato la celebrazione eucaristica nell'ambito dei festeggiamenti per il Santo Patrono Sabino Vescovo. Il quadro originale raffigurante l'immagine del Volto Santo non veniva mostrato alla città da oltre sessant'anni. Protetto da una teca di vetro illuminata l'immagine del volto sindonico sanguinante è stata custodita nell'ex convento di Santa Maria della Purità. Un mistero che nasce nel 1959 quando la litografia su negativo raffigurante il volto di Gesù fu donata da un frate del convento di San Giovanni Battista, padre Bonaventura, ad una nobildonna atripaldese benefattrice del convento, la signora Maria Di Marzo Belli.
Il sanguinamento dell'effige risalirebbe al 28 maggio del 1959, giorno del Corpus Domini.
«Con l'esposizione non vogliamo contraddire minimamente quanto affermato dai nostri predecessori ha tenuto a precisare il prelato ma semplicemente porre fine ad una serie di leggende metropolitane che sempre si producono intorno a cose apparentemente nascoste. Se c'è un miracolo è quello che dobbiamo chiedere di una fede più forte, piena di frutti, di una testimonianza più luminosa da parte della vostra comunità che si gloria della protezione di San Sabino, di San Romolo, di Sant'Ippolisto e vari martiri. Se c'è un miracolo è quello della fede. Se c'è un miracolo da chiedere è che il monastero in cui questo quadro era conservato si popoli di monache. Allora possiamo gridare al miracolo»