Avellino, i sindacati contro l'Asi: «Hanno portato Asidep sull'orlo del baratro»

Presentato un esposto in Procura

La vertenza Asidep finisce in Procura
La vertenza Asidep finisce in Procura
di Michele De Leo
Venerdì 8 Settembre 2023, 09:58
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«Chiediamo un intervento del Procuratore della Repubblica di Avellino Domenico Airoma sulla vicenda della depurazione, a tutela dei 56 dipendenti del settore e delle rispettive famiglie, oltre che per la salvaguardia dell'ambiente». Così come annunciato, i segretari di Fiom Cgil, Uilm e Fismic, Giuseppe Morsa, Gaetano Altieri e Giuseppe Zaolino hanno varcato i cancelli della Procura cittadina per presentare un esposto sulla vertenza dell'Asidep e, più in generale, sulla partita della depurazione industriale. «Le ipotesi di reato che abbiamo denunciato evidenzia Zaolino - riguardano non solo reati ambientali, ma anche tentativi di bancarotta fraudolenta».

«L'Asi - aggiunge il numero uno della Uilm Altieri - ha prodotto il fallimento del Cgs e ha portato l'Asidep ad un passo dal baratro. Queste questioni non possono rappresentare la normalità nella nostra provincia e vanno denunciate». Di fianco all'esposto, i sindacati hanno presentato un mini dossier nel quale hanno ripercorso le tappe della vertenza della depurazione. Morsa, Altieri e Zaolino evidenziano i disagi che sono costretti a vivere i 56 dipendenti dell'Asidep e che sono derivanti, soprattutto, dalle difficoltà economiche che vive la partecipata dell'Asi. «Gli addetti - evidenziano i rappresentanti sindacali - non ricevono regolarmente lo stipendio e, ad oggi, vantano tre mensilità arretrate oltre al flex benefit degli ultimi quattro anni per un totale di 6mila euro a testa». I ritardi nella corresponsione delle retribuzioni rappresentano solo la punta dell'iceberg.

Le organizzazioni di categoria evidenziano «il mancato versamento dei contributi previdenziali, la carente condizione igienico sanitaria e di sicurezza negli ambienti di lavoro, l'assenza di materie prime e reagenti che impedisce la redazione del piano di monitoraggio e controllo degli scarichi, lo stoccaggio di rifiuti sugli impianti che eccede i limiti temporali previsti dalla normativa, la mancata manutenzione programmata delle apparecchiature».

Problematiche che, ormai, si protraggono da troppo tempo e rispetto alle quali i vertici dell'Asidep hanno potuto fare ben poco, soprattutto a causa delle limitate disponibilità finanziarie. Il mancato intervento sarebbe addebitabile secondo quanto i sindacati hanno evidenziato nell'esposto presentato in Procura «dall'indifferenza degli amministratori».

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L'esposto denuncia presentato crea ulteriore tensione su una vicenda che rischia di esplodere già nei prossimi giorni, alla vigilia della deadline fissata dai curatori fallimentari del Cgs Tommaso Nigro e Fortunato Esposito. I professionisti incaricati dal giudice delegato al fallimento Pasquale Russolillo hanno indicato il termine ultimo del 15 settembre per la definizione di una soluzione della vertenza che assicuri la continuità del servizio essenziale di depurazione e la salvaguardia dei livelli occupazionali. In caso contrario, i curatori Nigro ed Esposito procederanno alla retrocessione del servizio all'Asi ed emetteranno il provvedimento per il licenziamento collettivo di tutti i 56 dipendenti.

Nel dossier sottolineano come le difficoltà di carattere finanziarie derivino dalla drastica riduzione della convenzione che l'Asi assicura alla partecipata specializzata nella depurazione per i servizi effettuati. Prima del 2011, il consorzio assicurava all'allora Cgs 2,4 milioni oltre alle somme per gli interventi straordinari che venivano pagati a misura. L'Asidep percepisce, oggi, solo 2mila euro al mese. Peraltro, ha dovuto versare, per 18 mensilità, 70mila euro al Tribunale come fitto di ramo d'azienda della depurazione. La società avrebbe dovuto trovare le risorse dalle lavorazioni del percolato in conto terzi ma queste sono quasi del tutto ferme, soprattutto a causa dello stato in cui versano gli impianti di depurazione. 

 

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