Stellantis, il consiglio di fabbrica chiede un vertice con la direzione

Un confronto per trovare un’intesa sulla riorganizzazione delle trasferte e per gettare le basi sulla ripresa

Lo stabilemento Stellantis
Lo stabilemento Stellantis
di Michele De Leo
Mercoledì 21 Giugno 2023, 00:00
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Un confronto per trovare un’intesa sulla riorganizzazione delle trasferte e per gettare le basi sulla ripresa produttiva dopo l’ormai prossimo periodo di ferie. I rappresentanti del consiglio di fabbrica dello stabilimento di Pratola Serra del gruppo Stellantis sono pronti a chiedere una convocazione alla direzione del personale per fare il punto della situazione alla vigilia della scadenza delle trasferte avviate ad inizio anno. Ancora oggi - a pochi mesi dal possibile e annunciato ritorno ad una capacità produttiva tale da saturare i livelli occupazionali – oltre 200 addetti irpini sono in trasferta presso altre aziende del gruppo Stellantis: 21 a Carmagnola, nel torinese, 12 a Mirafiori, 82 a Tremery, in Francia, 76 a Pomigliano, poco più di 10 a Termoli, quattro a Douvren e due a Mouluse, ancora oltralpe. Il prossimo 30 giugno, però, gli 82 lavoratori impegnati, da gennaio, presso lo stabilimento di Tremery dovranno far rientro in Italia, al pari dei sei colleghi impegnati tra Douvren e Mouluse, per evitare di dover essere sottoposti pure al pagamento delle tasse in Francia.


Questo impone una riorganizzazione collettiva tra eventuali richieste di operai pronti a trasferirsi provvisoriamente oltralpe, le maestranze di ritorno dalla Francia che vorrebbero effettuare ulteriori periodi di trasferta e gli addetti che, al contrario, vogliono rientrare in Irpinia. Secondo le indicazioni ricevute dal consiglio di fabbrica, gli stabilimenti del gruppo Stellantis di Pomigliano, Carmagnola, Mirafiori e Termoli avrebbero fatto richiesta di trasfertisti provenienti da altre fabbriche del gruppo.

Di contro, dall’azienda abruzzese un buon gruppo di operai sarebbe pronto a prendere la direzione di Tremery per un periodo di trasferta oltralpe. Per questo, le Rsa dello stabilimento di Pratola Serra chiedono un confronto con la direzione del personale, al fine di definire un piano che porti l’azienda al prossimo 31 dicembre quando scadranno gli ammortizzatori sociali e, soprattutto, terminerà il lungo periodo di crisi della fabbrica specializzata nella produzione di propulsori di media e alta cilindrata. L’azienda irpina dovrebbe, infatti, tornare a regime con la produzione di 630mila motori annui: sarà impegnata nella realizzazione del nuovo motore diesel 2,2 litri Evo destinato ad equipaggiare i veicoli commerciali leggeri.

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