Benevento, allarme agricoltura nel Sannio: perse oltre mille imprese

Mason: «Questa desertificazione abbassa la qualità della vita».

Benevento, allarme agricoltura nel Sannio
Benevento, allarme agricoltura nel Sannio
di Domenico Zampelli
Martedì 13 Febbraio 2024, 10:11
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La protesta dei trattori evidenzia la grave crisi del settore agricolo, ma purtroppo nel Sannio sono già tanti, troppi, quelli che negli ultimi anni si sono visti costretti a gettare la spugna: più di cento ogni anno. Uno studio condotto dalla Cgia di Mestre sull'andamento del settore negli ultimi anni certifica la crisi, l'esodo da un territorio che sta perdendo gran parte della linfa del sistema economico. E sta per andare via un primato regionale sannita, quello del numero di imprenditori agricoli, che sembrava consolidato.

Nel periodo 2014-2022 la provincia di Benevento è stata quella che ha perso di più in Campania (oltre mille imprenditori agricoli in meno, in percentuale -14,5%, il doppio della media nazionale). Secondo peggior risultato nel Mezzogiorno, e il problema diventa sannita laddove la vicina Campobasso si ritrova al primo posto non solo nel meridione ma in tutta Italia con -22,7%. Le ferite inferte al settore negli ultimi anni erano note, ma alla fine nessuno si è mosso più di tanto a supporto e sostegno: così è progressivamente diventato insostenibile il peso dei costi della produzione che superano di gran lunga i ricavi, degli allevamenti allo stremo, delle riduzioni nella produzione di vino e olio, delle intemperanze meteo che hanno flagellato i raccolti. Il resto lo hanno fatto il Covid, la crisi dei cereali legata alla guerra in Ucraina, l'aumento vertiginoso del costo delle materie prime.

Ma ecco i numeri. Nel 2014 la provincia di Benevento contava ben 7.546 imprenditori agricoli, che erano scesi a 7.045 nel 2019. Il Covid ha accelerato la tendenza, così nei successivi tre anni gli abbandoni sono stati superiori ai sei anni precedenti, portando il numero, a fine 2022, a quota 6.453. Il Sannio si è ritrovato così ad essere uno degli 11 territori ad avere perso oltre mille operatori del settore, facendo registrare -14,5%. Cali più contenuti nel resto della Campania, con Salerno addirittura in controtendenza. Napoli è passata da 5.086 a 4.785 (-5,9%), Avellino da 4.242 a 4.108 (-3,2%), Caserta da 5.008 a 4.879 (-2,6%). Salerno, invece, è salita da 6.190 a 6.432 (+3,9%) entrando nel pacchetto di 22 province dove invece i numeri sono in risalita.

Segno che era possibile invertire il trend, e forse lo è ancora, come insegnano anche i numeri della confinante provincia di Foggia, altro territorio con agricoltori in aumento.

Lo studio Cgia evidenza peraltro come i numeri della crisi si estendano anche ad altri settori, coinvolgendo in pratica tutti i lavoratori autonomi "classici", come gli artigiani, i piccoli commercianti e gli agricoltori, laddove invece aumentano figure nuove come web designer, social media manager, formatori, consulenti agli investimenti, pubblicitari, consulenti aziendali e informatici, utility manager, sociologi e amministratori di condominio.
Anche per artigiani e piccoli commercianti i numeri sanniti negli ultimi anni sono in importante diminuzione: gli artigiani sono scesi da 5.676 a 4.860 (-14,4%, leggermente meno della media nazionale attestata al 15%, posizione nazionale 60), mentre i piccoli commercianti sono calati da 8.395 a 7.751 (-9,9%, in linea con la media nazionale e con la posizione 69). Peraltro in quest'ultimo comparto ci sono i dati in controtendenza di Crotone e Napoli, dove invece le partite iva in questo settore sono aumentate.

C'è preoccupazione per questi numeri, come spiega il segretario della Cgia, Renato Mason: «Il crollo del numero degli artigiani e dei piccoli commercianti è visibile a occhio nudo. Nelle città e nei paesi di periferia è sempre più in aumento il numero delle botteghe e dei negozi chiusi definitivamente. Va evitato tutto ciò, perché questa desertificazione abbassa notevolmente la qualità della vita di tutti noi».

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