«Campi e coltivazioni devastati dai cinghiali, c'è bisogno di tutele»

La denuncia dell'agricoltore Errico: «Seminiamo per vivere, chiediamo rispetto. Recinzioni? I costi sarebbero insostenibili»

Campi e coltivazioni devastati dai cinghiali
Campi e coltivazioni devastati dai cinghiali
di Achille Mottola
Giovedì 24 Agosto 2023, 11:22
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Cinghiali, vero flagello dell'agricoltura. Le conseguenze per il settore sono drammatiche, anche nel Sannio beneventano. «Quello che non è stato distrutto dagli improvvisi nubifragi e dalle bombe d'acqua è devastato dai cinghiali. Tutti i nostri sacrifici distrutti e il nostro lavoro andato in fumo»: è l'amaro sfogo di Vincenzo Errico e di suo figlio Luigi, che nelle campagne di Apice e del Medio Calore portano avanti la battaglia per un'agricoltura di qualità.

«Coltiviamo con fatica e passione la terra per ricavarne prodotti di eccellenza, ma i cinghiali ci distruggono il raccolto e nessuno ci tutela. Se non riusciamo per colpa degli ungulati a raccogliere quello che seminiamo e coltiviamo, la nostra impresa agricola prima o poi dovrà chiudere i battenti». Per far valere i propri diritti di coltivatore diretto, Vincenzo Errico si è presentato presso il comando della polizia municipale di Apice, denunciando «il danneggiamento di alcuni appezzamenti, coltivati in prodotti ortofrutticoli, ovvero meloni, angurie, zucchine e pomodori, perpetrato da un branco di cinghiali nelle ore serali e notturne». Nella denuncia, l'agricoltore riferisce dettagliatamente, riportando finanche i dati catastali delle particelle di terreno oggetto della devastazione e del saccheggio: circa cinque ettari (4.730 metri quadrati) di coltivazioni rase al suolo dall'assalto costante del branco di cinghiali.

«La situazione precisa Errico perdura sin dal mese di giugno e l'invasione e la devastazione dei campi da parte dei cinghiali, ogni volta, provoca danni sia alle colture, rendendole inservibili, sia alla nostra economia familiare, quindi il mancato guadagno. La coltivazione di tali prodotti è l'unica e sola attività lavorativa mia e di mio figlio e, quindi, l'unica fonte di approvvigionamento di reddito per il mantenimento del nostro nucleo familiare».

Poi tuona: «Seminiamo per vivere, chiediamo rispetto per il nostro lavoro. Una volta fare il contadino era una professione considerata con rispetto, onore e riconoscenza, perché il nostro lavoro arriva sulle tavole delle persone, adesso non siamo neanche messi nelle condizioni di poter continuare a fare la professione che amiamo».

Si tratta, in ogni caso, di uno dei tanti coltivatori stanchi di subire questi attacchi, e che chiedono interventi di contenimento degli ungulati a salvaguardia dei raccolti. «Oltretutto aggiunge Errico, mentre mostra la devastazione di un campo di angurie mi sento doppiamente responsabile, in quanto ho coinvolto in questa mia grande passione per l'agricoltura anche mio figlio, verso il quale ho una grande responsabilità, in quanto avrebbe potuto fare altro. Oggi ci troviamo a combattere con il cambiamento climatico, con l'orda dei cinghiali e con mille altri problemi che ostacolano il nostro lavoro, che esercitiamo con amore e forte dedizione. Rispetto a certe calamità siamo inermi, non sappiamo cosa fare. Non possiamo recintare i nostri terreni per evitare l'incursione degli ungulati, i costi sarebbero altissimi e insostenibili. Chiediamo di essere tutelati per salvare l'agricoltura vera, quella autentica, che si fa nella terra».

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Una protesta tanto civile quanto forte, che vede in prima linea anche una generazione di giovani operatori agricoli della zona che chiedono solo di poter raccogliere il frutto del loro duro lavoro. Appare comunque evidente che il fenomeno in questione necessiterebbe di un intervento mirato, un nuovo modello in grado di tenere insieme gli interessi delle imprese agricole da un alto e la tutela ambientale dall'altro. Tra gli aspetti che interessano direttamente le aziende agricole una migliore gestione del periodo di apertura della caccia, la previsione di un maggiore selezione di alcune specie, e un più efficace sistema di risarcimento dei danni.
 

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