Benevento, banda dei distributori: parte la caccia dopo l'ennesimo furto

Nelle ultime quarantotto ore hanno «svuotato» dieci casse

Benevento, banda dei distributori: parte la caccia dopo l'ennesimo furto
di Enrico Marra
Martedì 16 Aprile 2024, 09:01
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Nelle ultime quarantotto ore, hanno «svuotato» dieci casse di apparecchi per la distribuzione di bibite. Non si fermano, dunque, i colpi inanellati dalla banda specializzata in questo genere di assalti. Nel mirino ancora i distributori dislocati in tre scuole (quattro presso l'istituto «Galilei» di piazza Risorgimento, tre al liceo scientifico «Rummo» in via Santa Colomba, uno all'asilo di Sant'Angelo a Sasso) e altri due apparecchi nell'Asl di via Minghetti. In azione i carabinieri del nucleo radiomobile della Compagnia di Benevento e gli agenti delle volanti della Questura. La situazione, ormai, sta rappresentando una sorta di emergenza, visto che anche i danni diventano consistenti.

«Non solo dobbiamo provvedere a ripristinare le apparecchiature che restano danneggiate, perdiamo gli incassi e, inoltre, abbiamo dovuto reclutare nuovi dipendenti in modo da rendere più frequenti i prelievi dalle casse», spiega Luca Di Blasio, responsabile della ditta «Dimatic», con sede a Montesarchio, tra i maggiori gestori di queste apparecchiature.

In tutti i raid gli autori forzano una finestra al piano terra o una porta e, una volta all'interno dei locali, forzano le casse dei distributori di bevande. I bottini sono esigui ma non così i danni. La riparazione e la rimessa in funzione dei distributori comporta per la società costi consistenti, dai mille ai duemila euro ad apparecchio. La ditta ha più volte preso posizione in merito, chiedendo maggiore vigilanza per porre fine alle incursioni.

«Nonostante l'impegno delle forze dell'ordine - aggiunge Di Blasio - i raid continuano e anche i danni aumentano». La società che gestisce le apparecchiature, al momento, ne ha collocate in tutto il Sannio circa trecento, di cui duecento solo nel capoluogo. Dove gli utenti, tra scuole e uffici, veleggiano intorno a quota diecimila. Del resto, la stessa società ha collocato le proprie apparecchiature presso la maggior parte delle scuole, incluse università e Asl.

Nel frattempo le difficoltà nel contrastare questo tipo di reati dipende anche dalla normativa vigente. Le forze dell'ordine, polizia e carabinieri, sono impegnati nel contrastare questi reati unitamente agli istituti di vigilanza, che hanno contratti di custodia per scuole e uffici.

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Gli autori dei raid, infatti, devono essere bloccati sul fatto, in caso di arresto giudicati per direttissima per poi veder scattare la richiesta dei termini a difesa, con il conseguente ritorno in libertà. Le norme della Cartabia richiedono la denuncia da parte di chi ha subito il danno, altrimenti i ladri tornano in libertà. Gli inquirenti, infine, seguono una pista ben definita, tenendo anche conto dei precedenti furti e di chi, di volta in volta, è stato denunciato. Si potenziano anche i servizi notturni e si raccolgono elementi dalle telecamere collocate nelle zone colpite, nella speranza di cogliere i malviventi sul fatto.

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