Covid a Benevento, è allarme scuola:
«Servono più bus e orari diversificati»

Covid a Benevento, è allarme scuola: «Servono più bus e orari diversificati»
di Paolo Bocchino
Sabato 17 Ottobre 2020, 10:15 - Ultimo agg. 23:21
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«Il 30 ottobre arriverà presto e ci troveremo ad affrontare gli stessi problemi di oggi». Clemente Mastella si proietta in avanti concedendo poco alle polemiche sulla chiusura delle scuole. Materia in repentino divenire come dimostra la parziale retromarcia del governatore De Luca che ieri ha disposto la riapertura di asili e nidi a partire da oggi. Stop confermato invece per tutti gli altri livelli di istruzione. Il sindaco ha riservato alcune considerazioni sul tema del momento a margine di appuntamenti pubblici di diversa natura: «Ho chiesto al governatore De Luca di provvedere affinché si possano utilizzare i bus turistici come supporto alle linee extraurbane affinché si risolva il problema degli assembramenti», dice echeggiando un'esigenza rappresentata nei giorni scorsi a gran voce dai dirigenti scolastici. Istanza consegnata anche al presidente della Provincia Antonio Di Maria che ha annunciato un prossimo incontro in Regione con il governatore. Mastella ha evidenziato poi come occorra «lo scaglionamento delle entrate e delle uscite degli alunni». Sulla falsariga dei controlli effettuati nei giorni scorsi dalla polizia municipale, il sindaco ha rivolto pubblicamente ai genitori un invito «a evitare di accalcarsi all'uscita», paventando anche la emissione di ordinanze e sanzioni per eventuali inadempienze. Mastella ha rivelato di aver «detto a De Luca che bisogna lavorare fin da subito sugli orari di inizio e di fine delle lezioni. Non tutti devono entrare alle 8 e uscire alle 13» ha concluso avanzando la proposta della diversificazione del tempo scuola tra i vari istituti. E guardando all'orizzonte degli eventi il primo cittadino non ha mancato di prospettare la possibile chiusura del cimitero in occasione della due giorni commemorativa di inizio novembre: «Ne ho parlato anche con l'Arcivescovo, mi sembrerebbe incoerente tenere aperti i cimiteri quando abbiamo chiuso le scuole».

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Intanto, il mondo della scuola si trova a dover fare i conti con la problematica gestione del «day after», peraltro iniziata a poche ore dal blocco. «Purtroppo siamo costretti a ripensare tutto in tempi a dir poco stretti - dice il presidente dell'associazione dirigenti scolastici Luigi Mottola - Tutti gli istituti sanniti in sinergia con gli enti locali hanno fatto un lavoro immane per essere pronti alla della ripartenza.

L'obiettivo è stato raggiunto salvo episodiche e fisiologiche difficoltà localizzate. Questa decisione ha il sapore dello sforzo vanificato, anche comprendiamo la grandezza della problematica».

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Mottola indica quindi la questione pratica numero uno che si presenta alla comunità scolastica: «C'è una palese discordanza tra le disposizioni nazionali e quelle regionali in materia di rinnovo degli organi collegiali. Ovvero, l'ultimo provvedimento del governatore vieta le assemblee in presenza ma non il voto che comporterebbe una partecipazione più numerosa. E del resto garantire le procedure elettorali da remoto non è cosa semplice. Auspichiamo al più presto delucidazioni esaustive». L'alt di De Luca ha però se non altro messo fine allo stillicidio di chiusure, spesso solo parziali, che hanno caratterizzato la difficile ripartenza della scuola anche nel Sannio. Emblematico il caso del liceo Rummo in città che ha prima interdetto un'ala, quindi l'intero edificio di via Santa Colomba dopo la positività di due alunni. E proprio quando De Luca imponeva il lockdown al contrario, lo scientifico contava il terzo caso: «L'ordinanza - dice la dirigente Annamaria Morante - ha reso omogenea una fase che creava difficoltà per la diversificazione delle situazioni da gestire. Proseguiremo con la didattica a distanza già avviata da giorni». Ma le moderne tecnologie sono un palliativo solo residuale secondo Michele Ruscello, dirigente del «Virgilio» di San Giorgio del Sannio e dell'Ic Sant'Angelo a Sasso in città: «Da lunedì consegneremo computer alle famiglie che non ne dispongono. Non faremo in tempo a completare l'operazione che sarà arrivato il termine del provvedimento regionale. Credo basti questo per dare la misura di quanto la didattica a distanza possa rappresentare solo la extrema ratio». 

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