Fragneto Monforte, San Nicola senza casa dopo oltre due secoli

«I ragazzi non praticano più la religione e non sono disposti a fare sacrifici»

La processione di San Nicola
La processione di San Nicola
di Claudio Coluzzi
Domenica 7 Gennaio 2024, 08:00 - Ultimo agg. 8 Gennaio, 07:56
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Dopo due secoli, per la prima volta, San Nicola non ha trovato una casa e un «custode» a Fragneto Monforte, paese di 1.700 anime nell'entroterra sannita.

«I ragazzi non praticano più la religione, non sono disposti a fare sacrifici - spiega Giuseppe Molinara, priore della Confraternita della Santissima Croce - il quadro del Santo avrebbe dovuto, il primo gennaio, essere trasferito nell'abitazione di una famiglia del paese e restarvi per tutto l'anno. Ma nessuno si è fatto avanti. Abbiamo atteso invano un'altra settimana e, oggi, la Confraternita e i suoi 12 membri, porteranno in processione San Nicola nella Chiesetta della Santissima Croce, baderemo noi a Lui quest'anno».

Già Lui, perchè tra la comunità di Fragneto e San Nicola c'è un rapporto speciale che affonda le sue origini nel millennio scorso. Secondo le testimonianze raccolte dall'arciprete Giovanbattista Mastrogiacomo, furono proprio i gruppi di mercanti e artigiani bizantini e poi longobardi, giunti in quegli anni a «Faragnito», ad importare il culto verso il vescovo di Myra, poi divenuto San Nicola.

In queste fonti si legge che i bizantini portarono a Fragneto una preziosa icona che riproduceva le vere sembianze di San Nicola, loro santo protettore.

«Ma è dal 1800 - aggiunge il priore Molinara - che ogni anno l'effige del Santo, sulla scorta delle candidature, viene assegnata ad un concittadino e portata nella sua casa. Deve essere lui, il custode, a raccogliere i fondi per organizzare le feste, le processioni, i banchetti per i poveri, accogliere in casa ogni giorno i gruppi di preghiera e tenere accesa in perpetuo la lampada votiva davanti al quadro del Santo. Un onore, ma anche un impegno e, ora, dopo duecento anni, nessuno lo vuole più sostenere». 

L'ultimo custode, quello del 2023, è stato Daniele Corvo che con la moglie Emilia ha portato avanti il compito con entusiasmo. Emilia, con altre donne del paese, ha trascorso le ultime ore prima della processione di oggi a preparare le classiche zeppole che insieme a pane, mortadella (prodotto economico offerto dal neo-economo), alici, formaggio, vino vengono offerte dal nuovo custode che quest'anno non c'è.

«Si è stata dura per un anno ospitare il Santo ma l'ho fatto con gioia - dice l'ultima custode che di mestiere fa la parrucchiera -, ho marito e due figlie. Tutti insieme abbiamo tenuta aperta ogni giorno la nostra casa ai gruppi di preghiera e alimentato la lampada, oltre a tutte le altre cose».

Ma quali sono tutte le altre cose? Quando il quadro arriva nell'abitazione del concittadino la casa dell'economo si chiama per tutto l'anno «Casa di San Nicola» e viene aperta a tutti. E così ha inizio la festa. L'economo, per 12 mesi, insieme a un gruppo di suoi collaboratori, svolge un incessante lavoro di raccolta delle offerte: denaro, olio, legna, vino, grano e tutti gli altri prodotti della terra. Con il cumulo delle questue fa fronte a tutti gli impegni della festa, in essa ogni gesto è un atto rituale: la macina del grano che si svolge il 25 novembre, la tavola dei poveri, quella degli emigranti, la grande tavola di San Nicola (27 novembre) che coinvolge tutta la comunità, cena universale con canti, balli, giochi e sbornie, tutti gli elementi di una festa dionisiaca.

Ovviamente il tempo è trascorso anche a Fragneto Monforte, le necessità non sono più quelle di una comunità di contadini, ma il rito resta. E le feste da onorare pure.

«Io capisco - conclude la signora Emilia - che oggi tutti lavorano e non sono in casa che per poche ore. Ma questa è la nostra storia e noi vogliamo difenderla. Per il 2024 faremo a meno del custode».

Il che vuol dire modifiche di non poco conto. La processione oggi porterà il Santo nella chiesetta e non in un'abitazione. Il pranzo iniziale con pane e zeppole verrà offerto nella Casa Comunale, alla lampada dovranno pensarci a turno i membri della Confraternita, come pure ad aprire e chiudere i locali del Municipio per la preghiera quotidiana.

Ma la tradizione, con i dovuti accorgimenti di necessità, non verrà interrotta. Nonostante i colpi ricevuti come quando, sette anni fa, rapinatori fecero irruzione nell'abitazione del custode di turno e portano via circa due chili di oggetti d'oro custoditi nella teca che accoglie l'immagine del Santo. Erano gli ex voto e i gioielli di famiglia dati in offerta dai fedeli locali. Ora al loro posto, sulla teca, ci sono le fotografie dei monili trafugati. Per dare il tempo ai fragnetani (cosa che stanno facendo) di ricostruire il tesoro di San Nicola. 

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