Medicina nucleare all'ospedale Rummo di Benevento, approvato il progetto da 7 milioni

Sarà il primo e unico polo diagnostico del servizio sanitario nazionale presente sul territorio

L'ospedale Rummo di Benevento
L'ospedale Rummo di Benevento
di Luella De Ciampis
Domenica 9 Aprile 2023, 12:10
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Si concretizza l'attivazione della Medicina nucleare al Rummo, con l'approvazione del progetto definitivo che prevede un impegno di spesa di 7 milioni da destinare sia alle attrezzature per effettuare le Pet e le scintigrafie, che alla struttura bunker da costruire nell'area esterna dell'azienda ospedaliera. Nello specifico, 2,5 milioni saranno destinati all'acquisto delle attrezzature. Va specificato che si tratterà del primo e unico polo diagnostico del servizio sanitario nazionale presente sul territorio, cui si aggiunge un'altra struttura privata accreditata già funzionante. La Medicina nucleare rappresenta uno degli strumenti di diagnostica per immagini che consente di individuare precocemente le lesioni tumorali in modo del tutto indolore, e di prevedere un percorso di cura adeguato. La Pet (tomografia a emissione di positroni) ha la peculiarità di «scovare» i tumori e di valutarne le dimensioni e l'esatta localizzazione, attraverso la somministrazione di radiofarmaci. Mentre, la scintigrafia è un esame che, attraverso una piccola e innocua quantità di sostanze radioattive, consente di esaminare il funzionamento dell'organo da osservare, aiutando il medico a diagnosticare lo stato di salute del paziente. I radiofarmaci sono poi utilizzati anche a scopo terapeutico, concentrandosi nei tessuti malati che vengono investiti di radiazioni e distrutti, risparmiando, per quanto è possibile, i tessuti sani.

Le prestazioni di radioterapia vengono già erogate con l'acceleratore lineare in dotazione all'ospedale cittadino, allocato in un apposito bunker.

Tuttavia, oltre alla struttura blindata per la Medicina nucleare sarà realizzato anche un terzo bunker provvisto di un nuovo acceleratore lineare e di una tac di centraggio nel padiglione Santa Teresa della Croce, per un importo complessivo di circa 6 milioni di euro. Lo scopo è quello di potenziare l'offerta di diagnosi e cura delle malattie oncologiche sul territorio provinciale, evitando i «viaggi della speranza» fuori regione. Il primo acceleratore lineare di ultima generazione fu acquistato a gennaio 2018 e rappresentò un importante passo avanti per la cura dei pazienti oncologici che prima dovevano recarsi ciclicamente all'ospedale «Sant'Anna e San Sebastiano» di Caserta per sottoporsi alle terapie. Si tratta di macchinari che consentono di evitare i danni procurati dai vecchi acceleratori. Infatti, nell'irradiazione della mammella sinistra è stato eliminato lo svantaggio dell'insorgenza di problemi cardiaci tardivi che erano molto frequenti con le apparecchiature usate in precedenza.

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L'esigenza di potenziare l'attività diagnostica e il percorso di cura in ospedale nasce anche dall'aumento dei tumori e dalla volontà di creare tutte le condizioni per dare la possibilità ai pazienti di rimanere quanto più vicini ai luoghi di residenza, senza dover aggiungere lo stress del viaggio per raggiungere centri diagnostici di altre città a quello delle visite e delle indagini diagnostiche. Inoltre, l'azienda ospedaliera si riserva la possibilità di aggiornare il programma delle opere da compiere nel corso del triennio 2022/24 per il sopravvenire di nuove esigenze oppure di nuove disposizioni legislative e in funzione di diversi obiettivi programmatici regionali. I presupposti per migliorare in modo esponenziale l'offerta sanitaria ci sono tutti ma è necessario un ulteriore sforzo per il reclutamento del personale necessario a garantire un ricambio costante di medici e infermieri anche in condizioni di emergenza come quella appena superata. 

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