Sannio: pioggia sugli allevamenti, un danno da 20 milioni

Prevista scarsità di foraggio nei mesi prossimi

Sos negli allevamenti del Sannio per il maltempo
Sos negli allevamenti del Sannio per il maltempo
di Antonio Mastella
Venerdì 16 Giugno 2023, 10:25
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«Siamo di fronte ad un disastro. La zootecnia, in particolare quella dedita all'allevamento dei bovini, un fiore all'occhiello del nostro agroalimentare, rischia di essere messa in ginocchio». Nella sua laconicità, Gennarino Masiello, vicepresidente nazionale della Coldiretti, meglio non potrebbe definire le conseguenze, drammatiche, della pioggia incessante che, da settimane si abbatte sul Sannio; le avversità atmosferiche stanno mettendo in forse la sopravvivenza di tante delle circa 2mila e 600 aziende che operano in un settore strategico del settore primario dell'economia locale. Se non bastassero le sue parole, è sufficiente prendere atto dei numeri per rendersi compiutamente conto di quello che si prospetta per centinaia di "stalle". «Il danno che si sta profilando, ruota intorno ai 20 milioni di euro» avverte Davide Minicozzi, alla guida dell'Arac, il sodalizio che raggruppa oltre 3mila imprenditori zootecnici della Campania e del Molise, 900 dei quali sanniti. L'origine del dramma che si sta consumando è dovuta neanche a dirlo alla impossibilità, crescente, di reperire quanto occorre per il nutrimento dei circa 40mila capi di cui si compone il patrimonio bovino sannita. Intanto, le scorte di foraggio vanno rapidamente esaurendosi. È questione di poco perché i depositi si svuotino. «Le avversità - puntualizza il direttore generale della Coldiretti, Gerardo Dell'Orto - non hanno risparmiato alcuna zona della provincia». «Conti alla mano riprende il leader degli allevatori - il 30 per cento dell'orzo, uno degli alimenti base, è andato già perduto. Per quel che concerne le piante foraggiere, abbiamo già accumulato più di un mese di ritardo nel raccolto, causa l'impraticabilità dei campi per le macchine mietitrici. Se mai riusciremo a darvi il via, siamo ben consapevoli che quello che metteremo "nel paniere" sarà povero dal punto di vista quantitativo ma, soprattutto, da quello qualitativo».

Anche in merito a quanto descritto da Minicozzi, le cifre, tanto impietose quanto nette, danno un'idea chiarissima della dimensione della sciagura piovuta (e non solo metaforicamente) sulle campagne sannite. In condizioni atmosferiche favorevoli, si realizzano 20 balle di fieno ad ettaro; non si andrà, per questo raccolto, se e quando sarà possibile, oltre la metà; è certo, tra l'altro, che a risentirne sarà anche l'allevamento bufalino casertano che da sempre ne acquista nel Sannio. Peggio addirittura, se è possibile, quello che si delinea per il mais, un'altra delle fonti principali di sostentamento. «In questo caso - annota Minicozzi - la gran parte degli agricoltori non ha potuto procedere alla semina, che avviene, di norma, tra fine aprile e primi di maggio. In quei giorni era praticamente impossibile avventurarsi nei campi per le ragioni che sappiano e che diventa anche superfluo sottolineare. L'anno scorso - ci tiene malinconicamente a ricordare - abbiamo subito danni per la siccità; oggi, per ironia della sorte, ci stanno piovendo addosso è il caso di dire così - più o meno gli stessi dal punto di vista economico per la troppa pioggia». L'entità del danno - di quelli che tramortiscono - non si ferma qui. Quale la ragione, lo spiega sempre Minicozzi: «È chiaro che bisogna mettersi alla ricerca altrove di fieno, cereali, orzo e quant'altro occorre per tenere in vita i nostri capi. Una ricerca, i cui costi non si conoscono ancora ma che saranno di certo enormi, ammesso poi che si riesca a trovarli altrove, in altre regioni, visto che il maltempo non ha risparmiato quasi alcuna area del Paese». L'organizzazione datoriale, intanto, è da giorni in trincea per sollecitare l'attenzione delle istituzioni sul dramma che si è rovesciato sul mondo agroalimentare, che contribuisce con circa 200 e passa milioni, nel suo complesso, a costituire il Pil locale. «Stiamo mettendo in atto - conferma Masiello, che è anche presidente provinciale e regionale della Coldiretti - ogni iniziativa in tal senso. Abbiamo provveduto ad allertare i singoli enti locali per poi procedere ad un fronte comune da costituirsi con le Comunità montane, la Provincia.

L'obiettivo è di coinvolgere la Regione, il governo, sulla necessità di adottare misure idonee al ristoro di centinaia di allevatori». 

 

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