Benevento: truffa per tamponi Covid. Tomaciello: «Io estranea»

La consigliera comunale sentita dal gip

La consigliera comunale Tomaciello con il suo avvocato
La consigliera comunale Tomaciello con il suo avvocato
di Enrico Marra
Sabato 14 Ottobre 2023, 09:59
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«Ho solo fatto il primo bonifico con denaro realmente versato all'azienda che aveva prodotto tamponi per diagnosticare il Covid. Tutto ciò che è avvenuto in seguito è stato opera di altri, quindi non ho preso parte ad alcuna truffa. Tra l'altro, da oltre un anno con quest'azienda di Sondrio non ho più alcun rapporto, neppure di collaborazione». Così Annalisa Tomaciello, 46 anni, consigliera comunale e presidente della commissione bilancio e patrimonio, ha risposto alle domande del gip Roberto Nuzzo nel corso dell'interrogatorio per rogatoria disposto dal magistrato di Sondrio Fabio Giorgi, che martedì scorso le aveva notificato, tramite la Squadra Mobile, un provvedimento con obbligo di dimora in città, ipotizzando il reato di truffa per l'acquisto di tamponi non pagati.

L'interrogatorio è durato poco più di mezz'ora e si è svolto al Palazzo di Giustizia. L'indagata ha precisato che, in passato, era stata amministratrice della società di Sondrio, poi collaboratrice.

Una società che faceva capo a un cinquantenne, anche lui indagato perché ritenuto complice della truffa per un ammontare di oltre centomila euro, e che sarà interrogato mercoledì prossimo a Sondrio, dove risiede. Il titolare dell'azienda le aveva chiesto di effettuare un versamento di 2.500 euro alla ditta tedesca per l'acquisto di tamponi e lei, come collaboratrice, aveva adempiuto, anche perché il titolare della ditta le aveva detto che il suo conto corrente non era autorizzato a fare versamenti verso l'estero. Tomaciello ha poi sostenuto di essere rimasta estranea all'attività che si era svolta dopo l'arrivo dei tamponi in Italia, avendo anche interrotto il rapporto di collaborazione.

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Secondo l'accusa, la ditta di Sondrio aveva pubblicizzato la vendita dei tamponi della medesima marca e modello di quelli prodotti e acquistati in Germania e non pagati. Inoltre alla ditta tedesca, che aveva prodotto la merce, sarebbe stato inviato tramite Whatsapp un bonifico che attestava falsamente il saldo del prezzo. Solo nei giorni seguenti, secondo l'accusa, la ditta tedesca si sarebbe accorta del mancato accredito, presentando la denuncia alla Questura di Sondrio. L'avvocato Sguera, ora, attende che le dichiarazioni e la documentazione esibita dalla Tomaciello siano valutate dal gip di Sondrio. Infatti il legale ha chiesto per la sua assistita la revoca dell'obbligo di dimora. Se il gip non accoglierà l'istanza, Sguera presenterà, entro dieci giorni, ricorso al Tribunale del Riesame di Milano. 

 

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