Benevento: vendita Consorzio agrario, si riparte da 6,5 milioni

Due gli acquirenti interessati alla storica attività

Il consorzio agrario di Benevento
Il consorzio agrario di Benevento
di Domenico Zampelli
Domenica 12 Novembre 2023, 11:01
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Consorzio agrario, si riparte da 6,5 milioni di euro. Chi vorrà acquisire il complesso aziendale dovrà mettere sul tavolo questa somma, con la prospettiva di un incremento legato ai rilanci che si renderanno eventualmente necessari. Le buone notizie, dunque, sono due: da una parte il prezzo iniziale di acquisto è sceso di circa 600mila euro rispetto al bando pubblicato nello scorso agosto, dall'altra gli eventi dimostrano che non viene lasciato al suo destino un complesso che ha fatto la storia del Sannio. E sembra che sia stata una buona idea quella di dividere in due il complesso dei beni: da una parte la Cantina del Taburno acquisita un mese fa per 3,7 milioni di euro dal gruppo Rillo dall'altra la restante parte del Consorzio. Che contiene la storica sede di Benevento in via XXV Luglio e le 13 agenzie operanti a Bonea, Buonalbergo, Castelfranco in Miscano, Circello, Dugenta, San Giorgio del Sannio, San Marco dei Cavoti, Sant'Agata dei Goti, Torrecuso, Foglianise, Montesarchio, Morcone e San Bartolomeo in Galdo.

Nell'attesa della pubblicazione del nuovo bando ci sono già due potenziali acquirenti: lo stesso gruppo Rillo e il consorzio napoletano Csi, che ha quale referente sannita Pasquale Delle Donne. «È vero, siamo fortemente interessati all'acquisto del Consorzio - commenta Delle Donne - tanto da dare l'impulso a questo nuovo bando, ben consapevoli del ruolo rivestito per decenni all'interno dell'economia sannita.

Un ruolo che ho avuto modo anche di sperimentare personalmente, in quanto la mia famiglia da tre generazioni opera con il Consorzio agrario. Una conoscenza che sarà fondamentale per favorire e pianificare un rilancio dell'attività». Per il gruppo Rillo, rilevare il Consorzio significherebbe completare la progettualità avviata con l'acquisizione della Cantina del Taburno. «L'impatto con questa nuova realtà - spiega il presidente Enzo Rillo - ci ha fatto comprendere l'importanza di mantenere la sinergia con l'articolazione territoriale del Consorzio, per cui la nostra intenzione è unificare i vertici e la gestione di queste realtà, così com'è stato anche nel recente passato. Abbiamo già avviato la progettazione per il restyling e il piano industriale per lo sviluppo della Cantina, affiancato da corposi investimenti mirati all'espansione della produzione sia di vini fermi che spumanti. Per questi ultimi, contiamo nel prossimo triennio di arrivare a 1,2 milioni di bottiglie annue, con in più l'avvio della produzione degli spumanti metodo classico, per la cui vendita ci sono già numerosi accordi con importanti centri di distribuzione».

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Obiettivi da raggiungere attraverso la collaborazione con i viticoltori: «Nell'ottica di raggiungere il massimo livello di qualità dei vini - aggiunge Rillo - nascerà un disciplinare per la coltivazione e produzione delle uve. Il modello è quello del Trento Doc, zona che ben conosco e che apprezzo». L'aupiscio è che la seconda vita di questa realtà possa essere migliore della prima: partito molto bene agli inizi del 900, il Consorzio aveva raggiunto alti livelli di produttività e redditività in tutti i settori. Le complesse vicende legate al fallimento della Federconsorzi avevano poi portato prima al commissariamento e a un lento declino, fino alla liquidazione e all'attuale bando di vendita. 

 

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