Agricoltori, protesta al via: la rivolta parte da Teano

Oggi e domani concentramento e corteo con i trattori

La protesta dei trattori
La protesta dei trattori
di Emanuele Tirelli
Venerdì 2 Febbraio 2024, 09:31
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Caserta era già tra le province indicate dagli agricoltori autonomi sotto la sigla Cra (Comitato degli agricoltori traditi) come uno dei luoghi interessati dalla protesta che sta attraversando l'Italia. La conferma è arrivata nelle ultime ore con due appuntamenti distinti: il primo annunciato per oggi da Teano a Capua, il secondo per domani da Casal di Principe a Santa Maria Capua Vetere. Per questa mattina (alle 7) è partito il concentramento dei trattori al centro commerciale Sidicinum di Teano, il corteo di 40 mezzi con circa 250 coltivatori percorrerà l'Appia fino al casello autostradale di Capua con il claim «Prepariamoci a scendere in strada per i nostri diritti». Domani mattina (sempre alle 8) c'è invece il raduno di trattori e mezzi da lavoro nei pressi dello stadio "Angelo Scalzone" di Casal di Principe. Dalle 9,30 il corteo si muoverà attraversando San Tammaro e arrivando in via del Lavoro a Santa Maria Capua Vetere. Da lì raggiungerà il casello autostradale di via Galatina passando per via dei Romani e si fermerà per iniziare (dalle 11,30) un presidio permanente in attesa di risposte da Prefettura e governo al documento di richieste.

A organizzarla è Altragricoltura Campania Nord che due sere fa si è riunita a Cancello e Arnone per programmare un appuntamento al quale parteciperanno allevatori, frutticoltori, cerealicoltori, contoterzisti, trasformatori artigianali e una delegazione di pescatori. «È una crisi di livello internazionale - ha riferito l'organizzazione - ma che ha radici e cause profonde in Italia: le scelte di politica agricola assunte negli ultimi 40 anni in Europa con l'avallo e la cogestione dei governi nazionali italiani che si sono succeduti».

Sostiene quindi che «oggi ci ritroviamo nella terribile condizione per cui nei brand commerciali dei tanto decantati prodotti del Made in Italy c'è sempre meno il frutto del lavoro dei nostri contadini, allevatori, pescatori e trasformatori artigianali, ridotti ad essere "cottimisti e conferitori" per multinazionali, commercianti e speculatori senza scrupoli». Così Altragricoltura dice di essere accanto e «e dentro le mobilitazioni di questi giorni», perché «agli agricoltori e ai giovani in campo, le istituzioni devono garantire il primo degli obiettivi necessari: una riforma dell'agroalimentare italiano che rimetta al centro la dignità del lavoro della terra, la funzione dell'impresa e del lavoro contro il processo che finora ha lentamente ma duramente continuato a svuotare di senso la funzione degli agricoltori. dei lavoratori agricoli, dei pescatori e degli artigiani trasformatori».

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Nei giorni scorsi le territoriali casertane di Coldiretti, Confagricoltura e Cia hanno dichiarato che non avrebbero partecipato. Per Enrico Amico, presidente provinciale di Coldiretti, «quelli che questi agricoltori portano avanti sono temi che la nostra associazione sta mettendo da tempo sui tavoli della politica chiedendo e ottenendo risposte. Inoltre il piano della protesta non deve essere l'Italia bensì l'Europa». Guido Coppola, presidente di Cia Caserta, ha commentato che non parteciperanno perché l'associazione «ha già organizzato una protesta nazionale nei mesi scorsi» e perché «in ambito regionale stiamo portando avanti una serie di incontri per continuare a ragionare su questi argomenti». Mentre Paolo Conte, commissario di Confagricoltura Caserta spiega che «sono molteplici i fattori a portare oggi gli agricoltori a protestare. Confagricoltura ha segnalato da tempo che la Politica Agricola Comune non andava nella direzione auspicata e che sta portando gli agricoltori in una situazione di svantaggio». «L'Europa deve cambiare approccio», ha dichiarato l'assessore regionale all'Agricoltura, Nicola Caputo, impegnato a Bruxelles, nel ruolo di componente del Comitato Europeo delle Regioni. «È fondamentale assicurare la sostenibilità economica delle aziende agricole, che sono sempre più a rischio. Non possiamo più ignorare le proteste degli agricoltori, che scendono in piazza per far sentire con forza la propria voce. Gli agricoltori meritano una giusta remunerazione. È il momento di condividere un modello innovativo per rafforzare l'agricoltura, che gioca un ruolo chiave nella transizione verso un futuro sostenibile». 

 

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