«Non chiedermi chi sono», Luca Trapanese incontra gli studenti del liceo Pizzi di Capua

L'appuntamento è stato promosso dal Capua il luogo della Lingua festival

Luca Trapanese
Luca Trapanese
di Mariamichela Formisano
Giovedì 14 Dicembre 2023, 18:49 - Ultimo agg. 15 Dicembre, 18:30
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Con il suo ultimo romanzo “Non chiedermi chi sono”,Luca Trapanese ha incontrato gli studenti del liceo Pizzi di Capua nell'ambito degli appuntamenti 𝗰𝗼𝗻𝗹𝗲𝘀𝗰𝘂𝗼𝗹𝗲promossi dal 𝗖𝗮𝗽𝘂𝗮 𝗶𝗹𝗟𝘂𝗼𝗴𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗟𝗶𝗻𝗴𝘂𝗮 𝗳𝗲𝘀𝘁𝗶𝘃𝗮𝗹.

Un dialogo tra i ragazzi e lo scrittore, oggi assessore al Welfare del comune di Napoli, moderato dalla docente Daniela De Rosa che ha affrontato argomenti spesso sottovalutati eppure sottesi ad ogni indagine e dibattito sulla crisi del mondo giovanile e delle difficoltà di una società che si rimpalla responsabilità senza risposte efficaci.

Perché quello che l'ultimo romanzo di Luca Trapanese affronta è il significato della sofferenza, da quella d'amore a quella semplicemente legata alla giovane età.

Ma anche il significato del 𝑟𝑖𝑐𝑜𝑛𝑜𝑠𝑐𝑒𝑟𝑠𝑖 𝑢𝑔𝑢𝑎𝑙𝑖 agli altri 𝑛𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑑𝑖𝑣𝑒𝑟𝑠𝑖𝑡𝑎̀ e 𝑏𝑒𝑙𝑙𝑖𝑠𝑠𝑖𝑚𝑖𝑛i ne𝑙𝑙'𝑖𝑚𝑝𝑒𝑟𝑓𝑒𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒.

Ma alla domanda su quali consigli si sentirebbe di dare ai giovani per affrontare il dolore e la mancata accettazione nella vita di tutti i giorni, Luca Trapanese ha risposto: «Quando parliamo di disabilità e di diversità, consiglio sempre di vedere nell’altro prima la persona, e poi la disabilità che lo caratterizza. Questo forse ci può aiutare ad abbattere quella paura iniziale che abbiamo,o meglio che pensiamo di avere,che è quella di sentirci incapaci di interagire con una persona diversa da noi. Poi, invece, nel momento in cui riusciamo ad interagire, a creare un legame, ci rendiamo conto che la disabilità è un mondo faticoso, bello, che però ci può arricchire e nello stesso tempo ci può far entrare nella vita di un altro essere umano».

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Nel romanzo si racconta cosa significa soffrire.Una sofferenza che non è soltanto nell'ambito delle diversità, della disabilità ma è anche una sofferenza d'amore, dell'età giovanile.E in questol'incontro di oggi con gli studenti del liceo Pizzi cosa ha trasmesso?

«Io credo che oggi noi abbiamo detto ai ragazzi che la vita perfetta non esiste: la vita è imperfetta, è fatta sì di tante cose belle, di tanti momenti esaltanti, ma anche di sofferenza. E abbiamo detto che non bisogna sfuggire alla sua sofferenza ma bisogna affrontarla, viverla. E bisogna farsi aiutare, bisogna creare una rete, chiedere aiuto, e soprattutto fare in modo che chi è nella sofferenza riesca ad essere preso in carico anche da chi è intorno».

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