«Gli americani ci sfruttano»
sciopero davanti alla base UsNavy

Sciopero davanti alla base UsNavy
Sciopero davanti alla base UsNavy
di Alessandra Tommasino
Sabato 11 Marzo 2017, 23:38 - Ultimo agg. 12 Marzo, 00:12
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Gricignano di Aversa. «Rispettiamo la loro presenza in Italia, ma loro devono rispettare i nostri lavoratori». È racchiusa in questa affermazione, siglata dai portavoce dei sindacati Fisascat e Uiltucs, Gennaro Di Micco e Rino Strazzullo, la situazione di malcontento esplosa due giorni fa, all’esterno della Us navy di Gricignano d’Aversa, con il sit-in di protesta attuato dai lavoratori del Deca, l’ipermercato interno alla cittadella americana. Sotto i riflettori sono finite le condizioni, ritenute di sfruttamento da parte delle organizzazioni sindacali, per almeno 22 dei 79 dipendenti italiani dell’agenzia del governo statunitense. «Non si può tollerare - dicono i due portavoce dei lavoratori - che gli assunti con contratto part time vengano impiegati per una durata temporale superiore a quella prevista dal contratto full time». L’aspetto su cui si concentrano i sindacati è la mancata stabilizzazione con contratto ad hoc, ma viene sottolineata anche la perdita di posizioni lavorative. «In dieci anni - spiegano – abbiamo perso 27 posizioni che non sono state reintegrate, ma, in particolare, negli ultimi anni, ne abbiamo perse almeno 14 ed è giunto il momento che si faccia chiarezza». A causa della linea dura attuata da un nuovo dirigente chiamato a monitorare i rapporti fra il governo americano (che con l’ascesa di Trump ha al momento bloccato l’ampliamento delle assunzioni all’estero), i sindacati hanno deciso di indire lo sciopero, cominciato ieri ai cancelli della Us Navy e previsto anche oggi per otto ore.
Man mano, come annunciano Di Micco e Strazzullo, si uniranno anche i lavoratori di altri settori che potrebbero andare incontro alle stesse difficoltà. Fra Capodichino, Gaeta e Gricignano d’Aversa, i lavoratori italiani nelle basi americane sono più di mille, ma al momento nessuna informazione sembra trapelare, secondo quanto riferiscono i sindacati, sull’intenzione della futura stabilizzazione di quelli part time e sul reintegro delle postazioni lavorative perse, nonostante il carico di lavoro sia evidente. «Non possiamo lasciar passare inosservato il disagio - affermano i portavoce dei sindacati - perché non si può consentire che, dopo che alcuni abbiano lavorato per anni con un contratto a 39 ore settimanali, non vengano mai stabilizzati. Sebbene comprendiamo che possano esserci delle difficoltà oggettive – aggiungono - bisogna comunque avere informazioni chiare sulle intenzioni future, senza che ci si trinceri dietro alla latente riduzione delle posizioni lavorative».
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