Gricignano di Aversa. «Rispettiamo la loro presenza in Italia, ma loro devono rispettare i nostri lavoratori». È racchiusa in questa affermazione, siglata dai portavoce dei sindacati Fisascat e Uiltucs, Gennaro Di Micco e Rino Strazzullo, la situazione di malcontento esplosa due giorni fa, all’esterno della Us navy di Gricignano d’Aversa, con il sit-in di protesta attuato dai lavoratori del Deca, l’ipermercato interno alla cittadella americana. Sotto i riflettori sono finite le condizioni, ritenute di sfruttamento da parte delle organizzazioni sindacali, per almeno 22 dei 79 dipendenti italiani dell’agenzia del governo statunitense. «Non si può tollerare - dicono i due portavoce dei lavoratori - che gli assunti con contratto part time vengano impiegati per una durata temporale superiore a quella prevista dal contratto full time». L’aspetto su cui si concentrano i sindacati è la mancata stabilizzazione con contratto ad hoc, ma viene sottolineata anche la perdita di posizioni lavorative. «In dieci anni - spiegano – abbiamo perso 27 posizioni che non sono state reintegrate, ma, in particolare, negli ultimi anni, ne abbiamo perse almeno 14 ed è giunto il momento che si faccia chiarezza». A causa della linea dura attuata da un nuovo dirigente chiamato a monitorare i rapporti fra il governo americano (che con l’ascesa di Trump ha al momento bloccato l’ampliamento delle assunzioni all’estero), i sindacati hanno deciso di indire lo sciopero, cominciato ieri ai cancelli della Us Navy e previsto anche oggi per otto ore.
Man mano, come annunciano Di Micco e Strazzullo, si uniranno anche i lavoratori di altri settori che potrebbero andare incontro alle stesse difficoltà. Fra Capodichino, Gaeta e Gricignano d’Aversa, i lavoratori italiani nelle basi americane sono più di mille, ma al momento nessuna informazione sembra trapelare, secondo quanto riferiscono i sindacati, sull’intenzione della futura stabilizzazione di quelli part time e sul reintegro delle postazioni lavorative perse, nonostante il carico di lavoro sia evidente. «Non possiamo lasciar passare inosservato il disagio - affermano i portavoce dei sindacati - perché non si può consentire che, dopo che alcuni abbiano lavorato per anni con un contratto a 39 ore settimanali, non vengano mai stabilizzati. Sebbene comprendiamo che possano esserci delle difficoltà oggettive – aggiungono - bisogna comunque avere informazioni chiare sulle intenzioni future, senza che ci si trinceri dietro alla latente riduzione delle posizioni lavorative».
«Gli americani ci sfruttano»
sciopero davanti alla base UsNavy
di Alessandra Tommasino
Sabato 11 Marzo 2017, 23:38
- Ultimo agg.
12 Marzo, 00:12
2 Minuti di Lettura
© RIPRODUZIONE RISERVATA
DELLA STESSA SEZIONE
di Daniela Volpecina
di Livia Fattore
di Franco Agrippa