Softlab, torna la protesta in Regione

La denuncia: reindustrializzazione fantasma, bisogna salvare il futuro di 200 famiglie

Softlab, torna la protesta in Regione
Softlab, torna la protesta in Regione
di Franco Agrippa
Venerdì 1 Marzo 2024, 07:57
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«Ricordiamo tutti come un sogno lontanissimo quando il 14 febbraio 2019 si è inaugurata la sede di Caserta, in pompa magna, con la sua onorevole presenza e quella dell'allora assessora al Lavoro Palmeri». Comincia con queste parole la lettera che i dipendenti della Softlab consegneranno questa mattina al presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, in cui, facendo presente che quella sede di Caserta è ormai chiusa, chiedono un aiuto concreto per il loro futuro occupazionale.

Per oggi, i 200, tra lavoratrici e lavoratori casertani, tutti ex dipendenti della multinazionale Jabil di Marcianise che negli anni scorsi sono fuoriusciti dall'organico dell'azienda, insieme con i sindacati Fim, Fiom, Uilm, Uglm e Failms di Caserta, hanno deciso di organizzare un presidio presso la Regione e la settimana prossima presso la prefettura di Caserta per denunciare la drammatica situazione in cui versano.

Durante la manifestazione di oggi in via Santa Lucia, una delegazione consegnerà al presidente De Luca la lettera in cui i lavoratori chiedono un suo intervento diretto nella vertenza che è frutto di un progetto di reindustrializzazione fantasma.

Tra le altre cose, nella lettera i lavoratori sottolineano: «Le nostre speranze di ricominciare una nuova vita in un'azienda sana si sono spente nel giro di pochi mesi, quando abbiamo visto increduli i progetti non decollare, e l'immediato ricorso alla cassa integrazione per Covid già da marzo 2020, quando tutte le aziende del settore telecomunicazioni prosperavano». A distanza di 5 anni la sede di Softlab che nel frattempo da Caserta si è spostata a Maddaloni non è per niente operativa e gli ultimi 6 mesi di cassa integrazione stanno trascorrendo senza nessuna prospettiva industriale che possa far sperare ad un concreto futuro occupazionale. La prossima settimana si effettuerà un presidio presso la prefettura di Caserta per sensibilizzare la cittadinanza, le istituzioni e i parlamentari eletti sul territorio e per chiedere il loro sostegno alla lotta per la salvaguardia dei posti di lavoro su un territorio che continua a perdere capacità produttiva ed industriale.

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«È inaccettabile dicono i sindacalisti che nell'indifferenza generale le lavoratrici e i lavoratori vivono un dramma occupazionale che mette in difficoltà e in angoscia il loro futuro e quello delle loro famiglie, ci sono accordi stipulati nelle sedi istituzionali che garantiscono altro, e quegli accordi devono essere rispettati, si trovi il modo per restituire la dignità del lavoro a chi si è fidato delle istituzioni e invece è stato truffato da uno pseudo imprenditore».

I lavoratori della Softlab sono tutti ex dipendenti della Jabil fuorusciti da quest'ultima azienda negli scorsi anni a causa di drastiche riduzioni del personale e passati volontariamente a Softlab sulla base di congrui incentivi pagati da Jabil e con promesse di reindustrializzazioni sottoscritte dall'azienda alla presenza di istituzioni regionali e governative. Nessun piano industriale valido, però, è stato finora presentato dall'azienda che ha solo intascato gli incentivi milionari dalla Jabil e prestiti da Invitalia, mentre i lavoratori hanno fatto tanta cassa integrazione, senza iniziare alcuna concreta attività produttiva e chi anche è stato impegnato, così come gli addetti sottoposti alla cig, avanzano alcune spettanze.
 

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