“Zio Riz" di Raffaela Mariniello inaugura il festival che celebra i linguaggi nella città del Placito

Intervista alla regista e al produttore Angelo Curti di Teatri Uniti

Raffaela Mariniello
Raffaela Mariniello
di Mariamichela Formisano
Venerdì 19 Maggio 2023, 10:06 - Ultimo agg. 17:57
4 Minuti di Lettura

E' il fiume Volturno il protagonista del docu-film “Zio Riz” che ha inaugurato al teatro Ricciardi di Capua la diciottesima edizione del Capua il luogo della lingua festival, la rassegna dedicata alla letteratura più longeva della provincia di Caserta e che, sotto la direzione artistica di Giuseppe Bellone, si ispira al “Placito Capuano”,primo documento scritto del volgare italiano che vede nella Capua Longobarda del 960 la sua genesi.

Linguaggi come quelli del cinema che, con il felice esordio alla regia dell’artista e fotografanapoletana Raffaela Mariniello, raccontano il fluire senza l'urgenza delle parole. Un viaggio sul fiume più lungo dell’Italia meridionale dove partendo dalla sorgente di Rocchetta al Volturno, paradiso naturalistico incontaminato, si passa lentamente dall’armonia naturale di quell’oasi protetta sempre più giù, lungo il fiume, fino alla foce nella città di Castel Volturno, un vero e proprio inferno metropolitano.

Prodotto da Teatri Uniti con Casa del Contemporaneo, e con il contributo della Regione Campania e di Film Commission Regione Campania, in collaborazione con museo Madre, Studio Trisorio e Zona Rosa, il film ha preso spunto dall'unica città fondata sul Volturno e vede Gennaro Iadicicco, presidente del Volturnia kayak, ideale Caronte che accompagna la narrazione del Volturno in veste di co-protagonista. /

Un ritorno a casa, quindi, per il film che all'anteprima del “Capua il luogo della lingua festival” ha visto in platea la regista e fotografa Raffaela Mariniello e il produttore napoletano Angelo Curti che nel 2001 siglò l'esordio cinematografico di Paolo Sorrentino con "L'uomo in più".

Compagno di studi di Mario Martone, infatti, con lui fondò negli anni settanta la compagnia teatrale Falso Movimento che annoverava tra i membri Andrea Renzi, Licia Maglietta, Pasquale Mari, Daghi Rondanini e Lino Fiorito, ed a cui si unirà successivamente Toni Servillo e la sua compagnia, dando vita a Teatri Uniti.

Tra i film prodotti: “Gorbaciof” di Stefano Incerti (2010), “Le conseguenze dell'amore” di Paolo Sorrentino (2004), “L'uomo in più” di Paolo Sorrentino (2001), “L'amore molesto” (1995) e“Morte di un matematico napoletano” (1992).

Tra i documentari “Napoli 24” (2012), “Per Ulisse” di Giovanni Cioni (2012), “Il teatro a lavoro” di Massimiliano Pacifico (2018) e“Acqua alta” di SharunasBartas (2019).

Video

«ZioRiz - ha spiegato Raffaela Mariniello - è il nome della canoa canadese sulla quale un uomoridiscende le acque del fiume Volturno, a partire dalla sorgente di Rocchetta al Volturnofino alla foce nella città di Castel Volturno. Attraversiamo con zio Riz il fiume ma anche, indirettamente, tutto il territorio campano».

Un racconto naturalistico e antropologico che, dipanandosi su tre capitoli ossia Terra fertile, Terra di lavoro e Terra dei fuochi, ritrae le trasformazioni graduali del paesaggio e degli esseri umani.

E quale sia stato l'elemento che ha determinato la scelta di produrre il film d'esordio della Mariniello, Angelo Curti non ha dubbi: «Conoscevo Raffaela personalmente da molti anni e da altrettanti apprezzo il suo lavoro di fotografa. Mi è sempre piaciuto accompagnare il passaggio di artisti che provengono da discipline diverse verso il cinema. E' stato così per molti giovani esponenti del teatro, come è accaduto con Mario Martone, con Paolo Sorrentino, con Mimmo Palladino che era un artista visivo. E poi in questo film c'è il legame con il territorio, e anche questoha influito molto. E' un film sul cambiamento che non necessariamente significa miglioramento. Le prime immagini del film raccontano una natura incontaminata che via via degrada verso il mare. Ma solo ad uno sguardo superficiale il passaggio può sembrare verso il degrado. In realtà il messaggio di questo viaggio è quello della speranza: il fiume che arriva al mare, insieme a tutto il ciclo dell’acqua, ci deve aiutare a capire che malgrado tutto si può scorrere. Lo storico Teatro Ricciardi, che abbiamo frequentato più volte nel corso degli anni con spettacoli e con presentazioni di film, testimonia quanto sia importante la permanenza dei luoghi entro i quali ci si può incontrare. Io dico sempre che il cinema oggi è uno spettacolo dal vivo:vedere un film anche con gli occhi delle persone che ci stanno affianco, ci permette di condividere una esperienza che lo schermo di un telefonino sta cercando di eliminare. A questo noi dobbiamo resistere, come voi a Capua ben fate».

© RIPRODUZIONE RISERVATA