Damilano lascia L'Espresso: «Decisione vendita scellerata»

Damilano lascia L'Espresso: «Decisione vendita scellerata»
Damilano lascia L'Espresso: «Decisione vendita scellerata»
Venerdì 4 Marzo 2022, 16:08 - Ultimo agg. 17:25
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Il giornalista Marco Damilano non è più direttore de L'Espresso: ha dato le dimissioni. Il popolare giornalista, autore degli "spiegoni" di politica in tv lascia la direzione dello storico settimanale fondato nel 1955. «Questa mattina ho scritto una mail all'ingegnere John Elkann, presidente del gruppo Gedi, per comunicare la mia decisione di lasciare la direzione dell'Espresso, dopo quattro anni e mezzo». Lo scrive in lungo editoriale pubblicato sul sito de L' Espresso annunciando così le sue dimissioni da direttore dopo «avere appreso della decisione di vendere L'Espresso da un tweet di un giornalista, due giorni fa, mercoledì pomeriggio».

La decisione è maturata dopo le voci di vendita della testata al gruppo editoriale Bfc Media che il direttore dimissionario definisce «scellerata». «L'Espresso ha segnato la storia del giornalismo italiano.

I diritti civili, le grandi inchieste, la lotta contro le mafie, le massonerie e tutti i poteri occulti, la laicità dello Stato, l'ambiente, la tenuta della democrazia italiana. Siamo sempre stati schierati, a volte sbagliando, ma mai venendo meno al nostro codice genetico», rivendica Damilano.

 «La cessione dell'Espresso, in questo modo e in questo momento - sottolinea - rappresenta un grave indebolimento del primo gruppo editoriale italiano. È una decisione che recide la radice da cui è cresciuto l'intero albero e che mette a rischio la tenuta dell'intero gruppo. È una pagina di storia del giornalismo italiano che viene voltata senza misurarne le conseguenze. Di più: L'Espresso è un pezzo di storia dell'intero Paese. Un Paese che rischia di diventare ancora più fragile in una funzione essenziale, la libertà di stampa, l'autonomia del giornalismo dai poteri, il ruolo critico di controllo verso chi governa le strutture politiche, economiche, finanziarie. Ogni volta che c'è un cedimento, una cessione, è un pezzo che viene meno». «L'Espresso è sempre stato la mia casa e Gedi ha garantito il lavoro del nostro giornale. Ma se la casa viene cambiata, dall'arredamento alle suppellettili, fino a venderla, non resta altro da fare che prenderne atto. È una questione di coscienza e di dignità», dice ancora Damilano.

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