Ogni giorno un professore universitario dai capelli sale e pepe assieme ad altri scienziati nel mondo tenta di decifrare per ore misteriose lettere impresse con il carbone sui papiri, oltre duemila anni fa. Alterna l'esame al microscopio elettronico e il lavoro meticoloso al computer: «Strumenti che da studente, quando ho iniziato a occuparmene, nemmeno esistevano... Mai avrei immaginato che la lettura finalmente sarebbe stata possibile grazie all'intelligenza artificiale». Gianluca Del Mastro, il docente con una formazione umanistica, parla della tecnologia avveniristica che ora consente di comprendere la filosofia classica raccolta nel più prezioso fondo di volumi, un migliaio sepolti durante l'eruzione del Vesuvio nella lussuosa villa dei Pisoni (per questo detta villa dei Papiri).
I rotoli, scoperti tra il 1752 e il 1754 a Ercolano, sono conservati a Napoli, nella Biblioteca nazionale oggi diretta da Maria Iannotti, partner di questa e tante altre collaborazioni (tra cui il progetto «European research council» con Università di Pisa, Cnr e ministero della Cultura). «Quasi tutti gli scritti sono in greco antico», continua del Mastro, sollevando la testa china sul pc per mostrare le frasi intere, per la prima volta ricostruite grazie al «machine learning», e senza rischiare di danneggiare, aprendoli, i circa 500 rotoli chiusi e fragili, come avvenuto in passato.
Il professore di papirologia dell'università Vanvitelli, con la collega della Federico II, Federica Nicolardi, fa parte della giuria internazionale chiamata ad assegnare il montepremi della competizione promossa dall'ateneo del Kentucky che ha radunato gli sponsor. Lì l'ingegnere Brent Seales insegna Computer Science e dichiara ancora più emozionato: «Per me, leggere le parole contenute nei rotoli di Ercolano è come mettere un piede sulla Luna». «Prestissimo vedremo molto di più», è ottimista Nicolardi. Un unico rotolo, da due terabyte di dati, al momento è condiviso online e ottenuto con le scansioni eseguite con il sincrotrone di Oxford. «Quello tradotto ritengo quasi certamente sia dell'epicureo Filodemo di Gadara: fa riferimeno alla musica nel sistema delle arti». A lui si deve anche la costituzione della biblioteca di Ercolano, che conserva il De rerum natura e testi di filosofi come Demetrio Lacone, Polistrato, Carneisco, Colote, Metrodoro, lo stoico Crisippo. Un catalogo digitale curato dal Cispe, il centro studi dedicato a Marcello Gigante, è sul sito web della biblioteca.