Addio al caffè se continua l'emergenza coronavirus

Addio al caffè se continua l'emergenza coronavirus
Addio al caffè se continua l'emergenza coronavirus
di Marta Ferraro
Domenica 19 Aprile 2020, 13:12 - Ultimo agg. 17:42
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Secondo Bloomberg, in Colombia, Brasile e Perù, potrebbero non esserci abbastanza lavoratori per raccogliere i chicchi di caffè dei prossimi raccolti a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia, e rappresentando questi paesi i due terzi della produzione mondiale di arabica potrebbe non esserci caffè a sufficienza.

In Perù, dove viene prodotto il caffè a Puno, i coltivatori stanno lasciando la provincia di Sandia per sfuggire dalla carenza di cibo e alle altre difficoltà della zona. Come riportato da Actualidad, Jimmy Larico, che gestisce la cooperativa Cecovasa, ha dichiarato ai media locali che molti abbandonano le loro fattorie e che intere famiglie se ne vanno, talvolta anche a piedi, a causa delle restrizioni imposte per scoraggiare l'uso del trasporto pubblico. Larico sostiene che l'intero raccolto è a rischio e che la situazione potrebbe degenerare se la quarantena dovesse continuare.

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Va timidamente meglio in Brasile, uno dei principali produttori di arabica, dove la raccolta di chicchi di caffè è ampiamente meccanizzata, il che può compensare la mancanza di manodopera nel mezzo della pandemia. Mentre in Colombia il lavoro si svolge in gran parte ancora manualmente, e in molti casi i lavoratori sono sottopagati, con conseguenti condizioni di vita precarie, coircostanza che aumenta il rischio di diffusione del virus.



 

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