Secondo Bloomberg, in Colombia, Brasile e Perù, potrebbero non esserci abbastanza lavoratori per raccogliere i chicchi di caffè dei prossimi raccolti a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia, e rappresentando questi paesi i due terzi della produzione mondiale di arabica potrebbe non esserci caffè a sufficienza.
In Perù, dove viene prodotto il caffè a Puno, i coltivatori stanno lasciando la provincia di Sandia per sfuggire dalla carenza di cibo e alle altre difficoltà della zona. Come riportato da Actualidad, Jimmy Larico, che gestisce la cooperativa Cecovasa, ha dichiarato ai media locali che molti abbandonano le loro fattorie e che intere famiglie se ne vanno, talvolta anche a piedi, a causa delle restrizioni imposte per scoraggiare l'uso del trasporto pubblico. Larico sostiene che l'intero raccolto è a rischio e che la situazione potrebbe degenerare se la quarantena dovesse continuare.
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Va timidamente meglio in Brasile, uno dei principali produttori di arabica, dove la raccolta di chicchi di caffè è ampiamente meccanizzata, il che può compensare la mancanza di manodopera nel mezzo della pandemia. Mentre in Colombia il lavoro si svolge in gran parte ancora manualmente, e in molti casi i lavoratori sono sottopagati, con conseguenti condizioni di vita precarie, coircostanza che aumenta il rischio di diffusione del virus.
Addio al caffè se continua l'emergenza coronavirus
di Marta Ferraro
Domenica 19 Aprile 2020, 13:12
- Ultimo agg. 17:42
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