Deloitte: Italia prima in Europa per numero di alberghi

Oltre il 40% delle strutture alberghiere prevede una crescita di fatturato tra il 3% e il 12% per la fine del 2023

Turisti davanti al Duomo di Napoli
Turisti davanti al Duomo di Napoli
Giovedì 27 Luglio 2023, 13:14 - Ultimo agg. 13:19
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Oltre 32.000: è questo il numero di strutture del settore alberghiero in Italia.

Un numero che fa del nostro Paese il più grande mercato europeo in termini di offerta turistica. E un record che attira molti investitori, i quali, per il 2023, si dichiarano pronti a investire una cifra che raggiunge i 100 milioni di euro.

Non a caso, entro la fine del 2023 oltre il 40% delle strutture alberghiere italiane prevede una crescita di fatturato tra il 3% e il 12%. È quanto emerge dal report “Italian Hospitality Market”, lo studio condotto da Deloitte su oltre 400 attori dell’industria alberghiera italiana.

«Dall'analisi emerge uno scenario molto positivo per quanto riguarda il mercato alberghiero italiano: i gruppi già presenti sul territorio nazionale stanno cercando di ampliare la loro presenza, mentre gli altri cercano di fare il loro primo ingresso nel mercato con l'obiettivo di crescere rapidamente», spiega Angela D’Amico, Partner e Real Estate Sector Leader di Deloitte Italia.

Per quanto riguarda le aree geografiche di maggiore interesse, Nord e Centro Italia vengono preferite dal 58% degli investitori in cerca di asset con rendimenti più stabili, mentre l’86% dei gruppi alberghieri intervistati hanno espresso la propria preferenza per il Centro e il Sud, in quanto rappresentano mercati meno saturi.

Le città principali, come Roma, Milano, Firenze e Venezia, sono le mete più ambite sia da investitori che dai gruppi alberghieri, seguite dalle località “Sun & Sand” e dai laghi.

Per le altre località, invece, si rileva una difformità di preferenze: gli investitori hanno mostrato un interesse maggiore verso hotel situati in città primarie e in prossimità di mare, seguite dai laghi, con preferenze rispettivamente del 88%, 67% e 38% mentre i gruppi alberghieri sono attratti da investimenti nelle città secondarie.

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