Incidente a Casal Palocco, Alex Britti: «Mi hanno chiesto un selfie davanti ai peluche per il piccolo Manuel. I social problema anche degli adulti»

Il chitarrista e cantante abita proprio vicino al luogo dove ha perso la vita il piccolo di 5 anni

Incidente a Casal Palocco, Alex Britti: «Mi hanno chiesto un selfie davanti ai peluche del piccolo Manuel. I social sono anche un problema degli adulti»»
Incidente a Casal Palocco, Alex Britti: «Mi hanno chiesto un selfie davanti ai peluche del piccolo Manuel. I social sono anche un problema degli adulti»»
Valentina Panettadi Valentina Panetta
Venerdì 23 Giugno 2023, 14:59 - Ultimo agg. 28 Giugno, 20:42
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«Dal giorno dell'incidente non sono più riuscito a tornare su quella via di Casal Palocco. L'ho fatto ieri per esigenze. Ho rallentato di fronte ai peluche per il piccolo Manuel in segno di rispetto. Ma proprio in quel momento, davanti ai tanti fiori posati sul posto, un uomo mi si è affiancato su uno scooterone e mi ha chiesto un selfie. Io non me la sono sentita e ho rifiutato». Alex Britti racconta un episodio che lo ha visto protagonista nella giornata di ieri nel quartiere di Roma dove abita, Casal Palocco, lo stesso dove lo scorso 14 giugno un incidente ha provocato la morte del piccolo Manuel di 5 anni. Uno scontro in velocità tra la Smart della sua giovane mamma e il suv Lamborghini noleggiato da 5 youtuber per portare a termine una sfida social. 

«Vado spesso a fare la spesa lì.

Ma dopo l'incidente non sono più andato. Mi sono commosso ieri nel tornarci pensando che il piccolo che ha perso la vita è poco più piccolo di mio figlio». Alex Britti lo racconta al Messaggero dal giardino della sua nuova abitazione a Casal Palocco, dove si è trasferito da appena due mesi. A determinare l'incidente mortale su via di Macchia Saponara, secondo l'ipotesi più accreditata, sarebbe stata proprio una challenge intrapresa dagli youtuber a bordo della Lamborghini. Quella di guidare per 50 ore di fila senza scendere dall'auto. 

Le sfide social sono davvero un novità? 

«No, le sfide tra giovanissimi sono sempre esistite. Quando ero giovane io i ragazzi si davano appuntamento sull'Olimpica per fare le gare con la moto. Era un appuntamento non scritto, ogni sabato sera. Si impennava con le moto e ci venivano da tutta Roma e non solo. Probabilmente quelle sfide nascevano dal bisogno di ragazzini di fare gli stupidi».

 

Come sarebbero oggi quelle challenge?

«Oggi sarebbero riprese da una diretta social. Nei limiti purtroppo tutti da giovani abbiamo fatto cose stupide. Sfido chi dice di non aver mai fatto sfide da ragazzino. Con i social e la viralità queste sfide sono diventate più pericolose».  

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Non deve esser stato facile tornare sul luogo dell'incidente

«Non lo è stato. Passando ieri lì per la prima volta dall'incidente mi sono commosso e ho aperto il finestrino. Quest'uomo sullo scooter ridendo e scherzando mi si è avvicinato e mi ha chiesto un selfie. Mi è dispiaciuto ma ho fatto finta di nulla. Dopo si è fermato più avanti a una rotonda e a quel punto mi sono prestato. Loro nella macchina a fare una sfida erano ragazzini. Ma l'uomo che mi ha chiesto un selfie davanti ai peluche era un adulto. I social sono anche questo».

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