La depressione nelle nuove generazioni, i social possono esserne la causa

Una ricerca pubblicata sul Journal of Abnormal Psychology ha evidenziato come sia in crescita tra i giovani la presenza di disturbi mentali

La depressione giovanile
La depressione giovanile
di Clara Lacorte
Giovedì 2 Marzo 2023, 11:16 - Ultimo agg. 13:17
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Spesso è difficile associare uno stato depressivo ed ansioso all’età adolescenziale o comunque al periodo della gioventù, in quanto si pensa che sia più semplice trovare la spensieratezza e la serenità in un momento della vita non scandito dalla quotidianità, dal peso del lavoro e delle responsabilità. In realtà diversi studi hanno dimostrato come la tendenza negli adolescenti a manifestare atteggiamenti di tipo depresso sia aumentata notevolmente, soprattutto a seguito della Pandemia da Covid-19.

Nonostante non sia facile riconoscere in adolescenti e bambini le caratteristiche del disturbo, delle volte differenti da quelle degli adulti, esse si presentano sotto diverse forme che possono essere la chiusura in sé stessi, la difficoltà a relazionarsi con gli altri, gli scontri familiari frequenti e, nei casi più estremi, lo sfociare di tale angoscia in altre patologie che possono colpire anche il fisico come anoressia, bulimia e autolesionismo.

Secondo alcuni studi recenti, la possibilità da parte dei giovani di cadere in stati d’animo di tipo depressivo sono maggiormente alimentati dal loro trovarsi in una fase di passaggio fondamentale in cui la personalità si sviluppa e cerca di scoprire la propria identità attraverso le esperienze quotidiane ed il confronto con gli altri. La presenza dei genitori, in questa fase estremamente delicata, inizia ad essere un peso per gli adolescenti, i quali cercano costantemente di scegliere da soli per il proprio futuro scoprendo i pregi e i difetti della tanta agognata libertà ed indipendenza, ponendoli maggiormente dinanzi a scelte difficili. Ed è dall’isolamento che ne scaturisce che prendono piede atteggiamenti di tipo depressivo ed ansioso. La difficoltà nel chiedere aiuto alla famiglia, agli amici o agli insegnanti può portare l’individuo ad una maggiore chiusura fino al completo distacco dal mondo circostante.

Inoltre, tra i fattori che possono portare allo sviluppo in età adolescenziale della depressione vi sono sicuramente una predisposizione genetica forte, ma anche problemi familiari come ad esempio la separazione dei propri genitori o un lutto grave.

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Il confronto con gli altri si presenta come un terreno fertile per la proliferazione di atteggiamenti di tipo ansioso o depressivo. Le esperienze di bullismo, infatti, possono segnare profondamente chi ne è vittima tanto da condurlo a manifestare comportamenti di forte isolamento sia fuori dagli ambienti sociali, sia al loro interno. Nei casi più gravi, il bullismo, il bodyshaming o il cyberbullismo possono portare al compimento di gesti estremi da parte di chi li subisce. Una ricerca pubblicata sul Journal of Abnormal Psychology ha evidenziato come sia in crescita tra i giovani la presenza ti disturbi mentali, come ansia e depressione. La presenza di individui che hanno riferito di avere sintomi depressivi è aumentato del 52% nei soggetti adolescenti dal 2005 al 2017, del 63% tra i giovani adulti di 18-25 anni tra il 2009 e il 2017.

Altre volte, invece, come lo psicologo Elpidio Cecere spiega «Si confonde la tristezza con la depressione. Bisogna spiegare ai ragazzi che la depressione è una cosa seria, si parla infatti di disturbo del tono e dell’umore. È necessario fare attenzione perché esiste la profezia che si auto avvera, ovvero vado ad attribuire a me stesso una sorta di proiezione che, entrando nella mia personalità, mi spinge a credere a quello che sto affermando, mi autoconvinco di qualcosa. Per questo importante è anche stare attenti alla diagnosi, non bisogna definire una persona depressa se non si è davvero sicuri».
L’utilizzo dei social ha senza dubbio un’incidenza importante sulla vita degli adolescenti che fanno del proprio smartphone un’appendice del proprio corpo, indispensabile per affrontare la vita scolastica, associativa e familiare. I ragazzi, oggi, trascorrono gran parte del tempo sui social network guardando la vita degli altri e cercando di emularla nei comportamenti e nelle scelte quotidiane. In particolar modo a seguito della Pandemia da Covid-19, l’utilizzo dei social si è attestato come uno dei rischi di sviluppo di sintomi depressivi nelle nuove generazioni. La costante esposizione e bombardamento di contenuti che riguardano la vita, apparentemente perfetta, degli altri può avere come immediata conseguenza lo sviluppo di atteggiamenti ansiogeni e depressivi. Tale fenomeno recente chiamato «depressione da social» si configura come una vera e propria piaga del nostro tempo, da non sottovalutare soprattutto in riferimento ai giovani. Il rischio è quello di passare troppo tempo dinanzi allo schermo del telefono in un periodo in cui la socializzazione si presenta come necessaria per lo sviluppo di una propria identità. Trascorrere troppo tempo sui social e guardare la vita degli altri può influenzare non solo il comportamento ma anche l’autostima. Il soggetto, infatti, cercando di inseguire ed imitare spasmodicamente una vita tanto ideale quanto fittizia, finisce per non raggiungere quell’ispirazione rimendo così deluso e minando la sua autostima nel profondo.

«Oggi i social sono parte integrante delle nostre vite e delle relazioni con gli altri. I ragazzi tendono a gestire il loro profilo in modo da attribuire a sé stessi qualcosa che in realtà non sono. È molto complicato mantenere uno standard alto sul proprio profilo e ogni volta che si pubblica un contenuto nuovo si cerca una nuova approvazione da parte degli altri utenti. Si tende a creare una sorta di sistema che porta alla nascita di fenomeni come il cyberbullismo» ha concluso lo psicologo Cecere.

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