Angelo Rizzoli, lo Zio d'America di Ischia: portò la dolce vita sull'isola verde

Inaugurata la mostra-omaggio «Rizzoli a Lacco Ameno»

Inaugurata la mostra-omaggio «Rizzoli a Lacco Ameno»
Inaugurata la mostra-omaggio «Rizzoli a Lacco Ameno»
di Ciro Cenatiempo
Domenica 10 Settembre 2023, 09:00 - Ultimo agg. 11 Settembre, 07:36
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Il «Sereno» era tra i panfili più belli in navigazione nel Mediterraneo, e al suo timone c'era il comandante Renato Molino, alto, capelli rossi, elegantissimo e sempre in tono con il suo ruolo di tracciatore di inedite rotte vacanziere, dal golfo di Napoli alla Turchia, dalla Francia alla Grecia. Il «Sereno» era lo yacht lussuoso e chic, con le cabine e il bar, le finiture in legno di tek e gli ottoni brillanti, di proprietà di Angelo Rizzoli, che fu uno degli ultimi mecenati del secolo scorso: lo fece allestire dopo aver acquistato e restaurato un vecchio dragamine, con l'idea di trasformarlo in una vetrina viaggiante di passione e bella vita. 

Quella nave sinuosa divenne un simbolo di rinascita, per l'isola d'Ischia, che dopo la seconda guerra mondiale era una terra rurale in mezzo al mare, di contadini e ragazzi pronti a cercare fortuna altrove. Quando il «Sereno» entrava nel porto ischitano si creava una fibrillazione spontanea, un'attesa di festa tra la gente. Dalla sua scaletta poteva scendere lui, Rizzoli, il magnate geniale, l'uomo della provvidenza che dopo esservi sbarcato la prima volta nel 1951, in pochi anni riuscì a trasformare l'isola in un paradiso di villeggiatura salutare prediletto dal jet set, un luogo di benessere economico condiviso con gli abitanti. E accanto a lui, che era già diventato il mitico «commendatore», potevano mettere piede sulla banchina, di volta in volta, personaggi planetari come Charlie Chaplin, l'indimenticabile Charlot, seguito da una scia d'illustri giornalisti, per la première cinematografica di «Un re a New York», un evento che fece il giro del mondo.

E poi, altre celebrità e teste coronate, finanzieri e divi di Hollywood e grandi interpreti italiani del cinema; o politici come il suo caro amico e storico leader socialista Pietro Nenni, con il quale Rizzoli giocava a bocce, senza mai abbandonare la sigaretta accesa, trattenuta con le labbra socchiuse a mezza bocca, mentre provava lo slancio per un tiro migliore alla ricerca del pallino.

A bordo del «Sereno» viaggiarono Mohammad Reza Pahlavi, ultimo scià di Persia, e Aristotele Onassis che, nel tempo, tornerà ancora con la sua mega barca «Christina O». Ed ex capi di Stato quali Giovanni Gronchi e Luigi Einaudi; poi Amintore Fanfani, John Wayne ed Elizabeth Taylor, Maria Callas e Gina Lollobrigida, Gianni Agnelli e Christiaan Barnard, il chirurgo artefice del primo trapianto di cuore. E volti notissimi: ad esempio Giorgio De Chirico, Ester Williams, Franca Rame, ognuno certificatore a modo proprio di una bellezza consapevole e forte. Attraversando il mare, s'intensificò un affare di cuore tout court, incentivato dalla predilezione «per le gambe» della giovanissima e affascinante attrice Myriam Bru, che Rizzoli aveva conosciuto nel 1953 alla Mostra di Venezia. Ne scaturì poi un amore formidabile, reciproco, vero. Lo testimoniava Salvatore Cosentino, d'origini capresi, allora giovanissimo giardiniere a Villa Arbusto, la dimora che era appartenuta ai Duchi d'Atri, e comprata da Rizzoli affinché diventasse il buen retiro dove accogliere gli ospiti più intimi.

Ischia ebbe un decollo sociale, economico e turistico di proporzioni mai viste. Scriveva il New York Times nel 1965: «Rizzoli è l'artefice della creazione di uno dei complessi turistici più affascinanti d'Europa, Ischia, isola del paradiso». Rizzoli divenne lo «Zio d'America di Ischia», come sintetizzerà Giorgio Balestriere nel titolo di in un prezioso volume del 2005 edito da Imagaenaria. Va ricordato che Rizzoli, già editore e produttore cinematografico di successo, arrivò a Lacco Ameno su invito del suo medico personale e amico Pietro Malcovati, che cercava finanziatori per ammodernare le antiche terme. Trovò un paese stanco e provato dalla guerra. Intraprendente e coraggioso, dotato di un fiuto infallibile, Rizzoli accettò la sfida legando per sempre il suo nome alla storia di Lacco Ameno e di Ischia. Ristrutturò le terme, costruì il primo hotel di lusso dell'isola, il Grande Albergo della Regina Isabella, investì in altre strutture, cambiò il volto all'antica piazza del paese e nel 1962 donò alla comunità isolana l'ospedale «Anna Rizzoli», intitolato alla moglie. Trasformò un'isola di agricoltori e pescatori in una destinazione turistica moderna e ambita a livello internazionale. 

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A Villa Arbusto, che gode di un panorama superbo nonostante le mutazioni urbanistiche dei dintorni, ieri sera si è inaugurata la mostra-omaggio «Rizzoli a Lacco Ameno», un itinerario fotografico che «attraverso una selezione di immagini d'epoca, ripercorre i momenti più significativi del legame che il noto editore e produttore cinematografico ebbe con Lacco Ameno». Lo ricorda Gianluca Castagna, curatore con «Sintesi Studio» dell'iniziativa promossa dall'assessorato alla Cultura del Comune, finanziata dalla Città Metropolitana di Napoli e inserita nel «Cartellone di Eventi Metropolitani».

L'esposizione, aperta sino al 30 settembre (ingresso libero) «documenta un'epoca irripetibile». «È un viaggio narrativo su 18 pannelli fotografici - evidenzia l'assessora Carla Tufano - che sancisce l'enorme gratitudine per la visione e la mirabile generosità di Rizzoli». È, di fatto, un appuntamento che suona come un viatico, perché coincide con il primo bilancio di una stagione turistica trascorsa finora all'insegna del ritorno degli stranieri e dei viaggiatori d'élite, cui ha fatto da contraltare una riduzione del movimento «mordi e fuggi». 

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