Il lago Patria esonda a Giugliano: foce riaperta, il mare si tinge di verde

L'allarme igiene e l'ira dei gestori dei lidi

Gli interventi a Lago Patria
Gli interventi a Lago Patria
di Maria Rosaria Ferrara
Martedì 29 Agosto 2023, 07:51 - Ultimo agg. 11:33
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Dopo il caso del 14 agosto, con l'acqua tra Varcaturo e Licola divenuta improvvisamente marrone, tornano i problemi a Lago Patria. Prima i disagi alla foce con l'acqua straripata in strada, poi la schiuma su parte della costa e il mare tutt'altro che limpido.  Da qualche giorno, il ponte a ridosso della foce del lago, su via Marina di Varcaturo, era invaso da acqua causando problemi a pedoni e automobilisti. In particolare chi si è recato in questo weekend alla spiaggia libera ha dovuto fare slalom tra pozzanghere o è finito per ritrovarsi l'auto immersa per diversi centimetri nell'acqua.

Dietro tutto ciò c'è il lago e la sua foce chiusa.

Come spesso accade, lo sbocco a mare risulta tappato dalla sabbia e questo fa sì che dopo un po' di giorni il lago esondi all'altezza della foce o, se va peggio, si registra una moria di pesci a causa della temperatura dell'acqua che diviene troppo elevata. Così, quando la situazione è al limite si provvede a disostruire la foce dalla sabbia e far sì che il Lago Patria possa nuovamente far defluire le sue acque tra Varcaturo e Castel Volturno. Una situazione ciclica.

Ieri mattina la foce è stata riaperta ed accaduto che il mare si è colorato di verde scuro e di schiuma a riva.  «Alcuni gestori dei lidi, si presume, decidono di impedire il passaggio dei veicoli scavatori per evitare ripercussioni sul loro fatturato nel week-end - denuncia sui social Alessandro Bartolomucci, attivista della fascia costiera -. Ci sta che un imprenditore voglia proteggere i propri interessi. Non ci sta che lo faccia a scapito del resto della popolazione, che causa il ritardo nell'apertura della foce che fa esondare il lago, causando problemi di allagamento alle case e alle attività in prossimità del lago». 

Le opinioni però sono contrastanti. Secondo un altro attivista della zona, Umberto Mercurio, «la causa della schiuma a Licola è da riscontrarsi in un fenomeno naturale dovuto al moto ondoso in aumento, che ha distrutto la barriera di sabbia che si era creata alla foce dell'alveo Camaldoli in questo periodo di mare calmo. Un fenomeno naturale che si verifica quando la sabbia viene aggredita dalle onde».

 

L'Arpac il 21 agosto aveva comunicato di aver effettuato nuovi sopralluoghi a Licola per le criticità segnalate ma i risultati non sono stati ancora diffusi. Sul caso sono intervenuti anche il deputato Francesco Emilio Borrelli e il presidente Ente riserve regionali foce Volturno, Giovanni Sabatino: «Non è possibile intervenire ogni volta con provvedimenti emergenziali. La foce del lago va sistemata con cadenze precise, al contempo bisogna ripensare l'utilizzo dei due canali che confluiscono nella foce che non possono avere funzioni di bonifica causando anche gravi problemi di inquinamento per il litorale». 

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