A Somma Vesuviana torna la storica processione del Venerdì Santo

I riti pasquali di tradizione secolare verranno rappresentati per la strada della città: oltre alla processione, un fiume di fiammelle e il corteo delle donne

Processione Somma Vesuviana
Processione Somma Vesuviana
Mercoledì 27 Marzo 2024, 15:44 - Ultimo agg. 28 Marzo, 08:53
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A Somma Vesuviana riecco la secolare processione del Venerdì Santo, una delle più antiche del Sud. Un fiume di fiammelle, lungo 3 km, il canto in latino del Miserere che con i quattro gruppi cantorum si sente in tutto il paese, anche a distanza, il corteo di donne.

Don Nicola De Sena, parroco e guida della Pio Laical, racconta: «Il Venerdì Santo è un giorno particolare, perché molti partecipano a questo momento di religiosità popolare, organizzato dalla Confraternita del Pio Laical Monte della morte e pietà, con la presenza delle altre confraternite esistenti della nostra città. Nel contemplare il volto della Madre addolorata, i Sommesi ritrovano i propri dolori, le difficoltà, le sofferenze della vita e chiedono alla Vergine Maria di consolare il cuore affannato da tante croci da portare».

Alessandro Masulli, Direttore Archivio Storico del Comune di Somma Vesuviana, spiega: «I riti della Settimana Santa, che si svolgono a Somma Vesuviana, nel napoletano sono tra i più antichi in Italia. La Congrega organizzatrice è la Pio Laical e Monte della Morte e Pietà. Il Giovedì Santo le Confraternite sono impegnate nelle processioni serali subito dopo la Messa "In Coena Domini".  La Confraternita del SS. Sacramento, quella di S. M. della Neve e, infine, quella di S. M. della Libera girano in processione per l'Adorazione degli Altari, che nel gergo popolare viene denominata visita ai "sepolcri". I confratelli con il saio bianco entrano nelle chiese. I gruppi cantorum intonano molteplici brani. Il Venerdì Santo, sfilano almeno 2000 confratelli con cappuccio, saio bianco, candele accese. I confratelli sfilano raccolti in preghiera e Miserere cantato in latino».

 

«La Settimana Santa è l’evento centrale della comunità cristiana. Anche nella nostra città le parrocchie si preparano a vivere le celebrazioni che fanno memoria degli ultimi giorni della vita di Gesù. Ogni comunità ha i suoi momenti liturgici, ma ciò che unisce tutte è la processione del Cristo morto e dell’Addolorata». 

Questo appuntamento secolare non è rinchiuso nell’orizzonte di morte, ma apre già alla luce e alla speranza della risurrezione di Cristo. Infatti, la consolazione che può donare la Madre viene dalla consapevolezza che Gesù risorto accoglie ogni preghiera di intercessione».  Lo ha affermato padre Nicola De Sena, parroco della Comunità Parrocchiale di San Michele Arcangelo e San Giorgio, guida della Confraternita madre del Pio Laical Monte della Morte e Pietà.
 

I Riti famosi nel Mondo

«Siamo pronti. Somma Vesuviana è pronta ad accogliere. Dal primo Sabato dopo Pasqua, inizierà anche il Sabato dei Fuochi. Tutte le paranze popolari del territorio vesuviano, si alterneranno nella zona alta del Monte Somma – ha dichiarato Salvatore Di Sarno, sindaco di Somma Vesuviana, nel napoletano -  in pellegrinaggio al Santuario Mariano di Santa Maria delle Grazie a Castello.

Il 3 Maggio, cittadini e pellegrini saliranno fino alla cima della montagna». 

Il Giovedì Santo, sera, tre delle quattro confraternite, partendo da molteplici punti del paese, si incrociano recitando il Santo Rosario nei vicoli, strade, lungo l’intero percorso dei Sepolcri. Ogni Congrega, in visita ai Sepolcri, con il suo gruppo cantorum, intona canti tradizionali nelle rispettive chiese. Anche il Giovedì Santo i confratelli indossano tutti il saio bianco con cappuccio.
«Tanta attenzione anche perchè si tratta di riti radicati nella storia. Il Giovedì Santo le Confraternite sono impegnate nelle processioni serali subito dopo la Messa "In Coena Domini". La Confraternita del SS. Sacramento, quella di S. M. della Neve e, infine, quella di S. M. della Libera girano in processione per l'Adorazione degli Altari, che nel gergo popolare viene denominata visita ai "sepolcri". I canti, una volta -  ha affermato Alessandro Masulli, storico delle tradizioni locali, Direttore dell’Archivio Storico di Somma Vesuviana - erano la caratteristica principale di queste serate: recuperati dalla liturgia delle "Tre ore di agonia", venivano intonati coralmente con l'accompagnamento dell'organo. Pezzo d'obbligo era lo Stabat Mater. Seguivano le "Sette parole di Gesù in Croce, composte all'inizio del Novecento dal maestro Natale Pellegrino, la cui esecuzione avveniva proprio durante le" Tre ore di agonia".  

Quella di Somma Vesuviana, in provincia di Napoli, è tra le Processioni del Venerdì Santo più suggestive in Italia: 2000 confratelli con saio bianco, con il cappuccio a volto scoperto e candele accese che costeggiano la Cinta Muraria di epoca Aragonese ed escono dal Borgo Medievale raggiungendo la parte bassa del paese».


Coinvolgente lo scenario, tra vicoli, Cinta Muraria antica, stradine, falò accesi per dare la possibilità, la sera del Venrerdì Santo, ai confratelli di accendere le candele. 

«La Processione è molto suggestiva, tra candele, vicoli, il canto in latino del Miserere e sullo sfondo la veduta della Montagna, del Monte Somma. I riti del Venerdì Santo – ha proseguito Masulli - che si svolgono in Campania, hanno lo scopo di far rilevare ai fedeli il dolore della Chiesa per la Passione e Morte di Cristo. Il primo gennaio del 1650, la nobiltà napoletana fondò in una cappella della Collegiata della Terra di Somma Vesuviana una Compagnia della Morte con lo scopo principale di seppellire i morti in miseria e di aiutare i poveri infermi. Nel 1705, il sodalizio assunse la denominazione di Congrega e Monte della Morte e Pietà»


Le Congreghe e il canto in latino del Miserere per i vicoli, tra candele accese

«Tra le pratiche ottocentesche vi era la ricorrenza dei Dolori di Maria nel giorno del Venerdì Santo, che si concludeva con la processione detta dell’ Addolorata. Una pia consuetudine, questa, molto propagandata dai Gesuiti nel Regno di Napoli nel XVIII secolo. L’impiego, infatti, di croci, sudari, corone, stendardi e così via – ha continuato Masulli -  si ricollega alle attente descrizioni fatte dagli scrittori napoletani di quell’epoca.Il corteo in sai bianchi, la statua ottocentesca della Madonna Addolorata, l’artistica scultura del Cristo Morto, mettono in scena il più commovente e sentito funerale della storia umana. Il lungo manto nero della Vergine parte dal capo e si allarga fino ai piedi. Nelle mani giunte, a dita intrecciate, scende un fazzoletto di pizzo bianco. Il volto è olivastro e contrito. Ai suoi piedi il corpo seminudo del Cristo morto, giacente nel sudario in espressione di doloroso abbandono. Le membra rilasciate danno il senso della assenza e della fuga dell’anima. Il Miserere, infine, echeggia, ancora più forte in questi giorni di terrore e di morte».

 

Le origini secolari della processione.


«Lo statuto del Pio Laical Monte della Morte e Pietà dei Nobili del 1804 ci attesta che la processione dell’Addolorata con il Cristo morto non era ancora introdotta tra le pratiche di culto del sodalizio, mentre veniva contemplata per la prima volta la festività liturgica della Madre dei dolori. Nel 1857, invece, da una relazione del Vicario Foraneo Don Francesco di Mauro – ha dichiarato lo storico Alessandro Masulli, Direttore dell’Archivio Storico di Somma Vesuviana -  si è appreso che la processione dell’Addolorata si teneva e, addirittura, usciva dalla parrocchia di San Giorgio martire anziché dalla Collegiata. Il primo gennaio del 1889, in aggiunta, il Prefetto dell’Arciconfraternita, il barone Augusto Vitolo Firrao, in un suo cenno storico sul sodalizio, inviato alla Curia Vescovile di Nola, scriveva: in questa Cappella si praticano tutte le sacre funzioni del Sodalizio»

I medaglioni ed il percorso


«I medaglioni adoperati sono a sbalzo e in metallo argentato con le immagini del SS. Sacramento e delle Madonne titolari. La Pio Laical Monte della Morte e Pietà adopera, invece, un ovale in carta pressata con sfondo verde scuro e con sopra il disegno in bianco del teschio con tibie incrociate, in relazione alla sua origine. Qualcuno ricorda che le donne, le maddalene, andavano in processione con i capelli sciolti, senza scarpe e vestite di nero. All’ apparizione del simulacro sull’uscio della Chiesa si levava un pianto alto – ha continuato Masulli - dirotto e universale. Oggi questa pia pratica, in relazione ai tempi moderni, è totalmente scomparsa. Però le donne continuano, a migliaia, ad accompagnare in corteo ordinato la Madonna con il Cristo Morto.
Il percorso ha sempre tracciato un circuito sacro e ha sempre toccato gli antichi quartieri della Terra di Somma. La processione dura dalle 2 alle tre ore con il rientro della Madonna nella chiesa più antica: la Collegiata dove migliaia di fedeli si accalcano sotto la statua».  

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