Scudetto Napoli, nuovi murales alle Fontanelle: Kvaratskhelia e Osimhen con Maradona

E alla destra dei riccioli di Maradona spunta la scritta «Adios Maradona 10»

Il nuovo murales alle Fontanelle
Il nuovo murales alle Fontanelle
di Gennaro Di Biase
Lunedì 3 Aprile 2023, 07:00 - Ultimo agg. 18:31
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La gioia, la speranza e il sogno che sta per avverarsi nella città colorata d'azzurro si arricchiscono continuamente di nuovi simboli. L'ultimo è il murale disegnato alle Fontanelle che concilia ieri e oggi, li riappacifica, riunisce la linea che il tempo ha tracciato nei 33 lunghi anni che hanno separato finora Napoli dal tricolore. Anche se già da ieri pomeriggio - con la vittoria della Lazio di Sarri a Monza - era ormai assodato che la distanza dalla seconda in classifica non sarebbe cresciuta ancora nel turno di campionato appena trascorso, l'attesa per lo scudetto non si arresta. Anzi. E i preparativi per la festa stanno attenuando le differenze tra passato e presente. Il Napoli di Maradona, in un abbraccio ideale, incontra sulle mura della Sanità il Napoli di Osimhen e Kvaratskhelia. Come se il destino li avesse legati in eterno.

Se il passato dà un senso al presente, anche il presente dà un senso al passato.

Ecco perché il numero «3» (rigorosamente azzurro) disegnato sulla bandiera tricolore campeggia alla sinistra di Maradona, e non di Osi e Kvara. Il calcio è religione laica, oltre che sport. E, proprio come al santuario di via De Deo ai Quartieri Spagnoli, qui alle Fontanelle si respira un'atmosfera che ha qualcosa di religioso. L'aureola gialla alle spalle del volto del Pibe de Oro lo dimostra una volta di più. È un volto santo, che per tanti è il volto di Diego. Anche nei disegni del 9 e del 77 che stanno portando in trionfo la squadra di Spalletti si intravede un senso mistico. Il fantasista georgiano viene ritratto mentre esulta mimando il gesto del sonno. Il bomber nigeriano, al contrario, dietro la sua celebre maschera, ostenta uno sguardo combattivo e grintoso. 

Mara, Osi e Kvara: sono loro i tre angeli, i tre guerrieri, i tre calciatori che stanno annodando i fili di una storia. La storia che, in queste settimane, è spesso storia del Napoli. Altra annotazione: alla destra dei riccioli di Maradona si nota la scritta «Adios Maradona 10». 

Un gioco di parole tra il «Dios» del calcio e l'ideale passaggio di consegne dello scudetto ai suoi eredi: Osi e Kvara (già ritratti, come Kim e Anguissa, sempre nei vicoli alle spalle di via Toledo). L'atmosfera della festa porta però diversi nodi da sciogliere. Sono già tanti i curiosi che si affollano per far visita alla nuova reliquia azzurra alle Fontanelle. E sono sempre di più anche i visitatori dell'altro murale scoperto una decina di giorni fa ai Miracoli. Poesia a parte, gli altarini del Napoli crescono a dismisura.

 

C'è anche chi spera di imitare il successo di via De Deo (che attrae oltre 10mila persone in un solo weekend) e attirare così turisti e relativo indotto. Il successo del Napoli - e i sold-out annunciati da Federalberghi per i weekend di maggio, causa festa scudetto, lo confermano - sta diventando una via per dare nuova identità ad alcuni angoli della città che, sebbene pieni di storia, annaspano nel degrado. Ma c'è da fare attenzione: le Sfingi di piazza Mercato (reduci dal restyling Unesco) deturpate con l'azzurro e l'imbrattamento di piazza Montacalvario - anche questa da poco rifatta - non sono segnali positivi. Non a caso il Comune, come riportato ieri dal Mattino, sta pensando di estendere le luci azzurre a quasi tutte le piazze della città, così da ridurre l'assalto a strade e monumenti.

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Preme poi il tema sicurezza: l'amministrazione a oggi prevede celebrazioni sparse in tutte municipalità per evitare maxi-affollamenti. E dunque maxi-rischi. Altro nodo è legato al boom delle vendite dei gadget a ogni angolo di strada. I prezzi di una bandiera del Napoli stanno salendo alle stelle, fino a 25 euro al pezzo. Tutto ovviamente in nero. Anche se il calcio, come si diceva, è in parte una religione, il marketing della festa resta abusivo. 

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