Napoli, diventa una discarica la magnolia sfregiata dal cavo d'acciaio a Chiaia

Napoli, diventa una discarica la magnolia sfregiata dal cavo d'acciaio a Chiaia
di Antonio Folle
Lunedì 14 Settembre 2020, 16:36 - Ultimo agg. 16:37
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Per l'enorme magnolia di piazza Giovanni Amendola, segata da un pesante cavo d'acciaio legato, come contrappeso, ad un vicino palo della pubblica illuminazione, l'antico detto "mentre il medico studia l'ammalato muore" non potrebbe essere più indicato. Mentre le istituzioni si rimpallano le responsabilità su un intervento sul quale nessuno sa fornire una spiegazione ufficiale, infatti, l'area è stata transennata per non meglio precisate questioni di sicurezza e si sta velocemente trasformando in una discarica. Oltre due settimane fa, dopo la denuncia del comitato Gazebo Verde, anche la I Municipalità guidata dal presidente Francesco De Giovanni ha mosso i primi passi con il servizio Verde del Comune di Napoli chiedendo "lumi" su una vicenda che ha messo in subbuglio l'intero quartiere Chiaia.
 

 

Ad oggi non solo non sono arrivate risposte, ma il mistero sembra farsi sempre più fitto. Il presidente della commissione Ambiente del Comune di Napoli Marco Gaudini ha inviato una lettera alla Municipalità, alla Dirigente del Servizio Verde Teresa Bastia e all'assessore al Verde Luigi Felaco per cercare di venire a capo di una questione che, forse, è la prova "plastica" del disastro verde più volte denunciato dai cittadini.

«Nelle aiuole di Largo Amendola - scrive Gaudini - è presente una bellissima magnolia il cui tronco secolare è stato inspiegabilmente utilizzato come alloggio di uno spesso cavo d'acciaio a sostegno di un lampione della P.I. verosimilmente pericolante. Il cavo ha prodotto notevoli danni al fusto che risulta profondamente segnato in più punti dalla pressione del metallo sia per la rimozione di alcuni rami che, evidentemente, ostacolavano l'operazione. Parte del cavo - prosegue la missiva di Gaudini - è stata recentemente rimossa, ma non la parte che funziona da tirante per il sostegno del lampione. Chiedo di voler dar corso con ogni urgenza a tutte le procedure finalizzate alla salvaguardia della magnolia e al recupero del decoro urbano in un'area che, tra l'altro, ha anche un elevatissimo valore simbolico essendo il passaggio per accedere ad una delle istituzioni scolastiche napoletane più antiche e note e dove si sono formati uomini e donne che hanno dato lustro alla Città».

Il comitato Gazebo Verde ha inviato almeno tre diverse mail agli uffici competenti del Comune per chiedere spiegazioni sull'incivilissimo trattamento riservato ad uno degli alberi secolari del quartiere. La speranza è che la lettera ufficiale di un consigliere comunale possa sortire effetti anche se sul futuro a breve e medio termine del verde cittadino ci sono tantissime - e a dir poco giustificate - perplessità. 

«Abbiamo chiesto ad Asìa di andare a prelevare i rifiuti che si stanno accumulando all'interno dell'area transennata - denuncia Maria Teresa Ercolanese - ma a tutt'oggi non ci sono ancora interventi. Sono settimane che denunciamo questa situazione e nessuno ha ancora trovato una soluzione per la sicurezza dell'albero, dei lampione e, soprattutto, dei ragazzi che frequentano il liceo e che tra pochi giorni ricominceranno a frequentare la scuola. Hanno pensato di risolvere il problema semplicemente transennando una parte del marciapiede, lasciando l'albero nelle stesse condizioni che abbiamo denunciato settimane fa. Proprio non riusciamo a comprendere - prosegue l'attivista - la ratio di certi interventi che sembrano del tutto sconclusionati e che non riescono a risolvere i problemi che i cittadini denunciano ogni giorno. L'unica cosa che hanno fatto transennando parte di piazza Amendola - conclude - è creare una nuova zona di discarica».

Intanto proprio i cittadini hanno prodotto un vero e proprio "atto di sfiducia" nei confronti dell'assessore al Verde Luigi Felaco.
In pochi giorni sono state raccolte oltre 200 firme per chiedere le dimissioni dell'assessore ritenuto responsabile dell'attuale stato del verde in città. Critiche pesanti che, però, non hanno sortito alcun effetto dalle parti di palazzo San Giacomo, chiuso in un ostinato - e forse per questo ancor più colpevole - mutismo.  

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