Covid, Cardarelli: pronto soccorso in tilt
troppi accessi per la variante Omicron

Covid, Cardarelli: pronto soccorso in tilt troppi accessi per la variante Omicron
di Ettore Mautone
Venerdì 31 Dicembre 2021, 00:00 - Ultimo agg. 17:45
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Contagi record in città: hanno superato i 2mila nuovi casi (2.127) le nuove infezioni registrate ieri a Napoli. La variante Omicron, in base ai sequenziamenti virali effettuati al Cotugno, circola ormai per il 50 dei casi sul territorio e provoca il 25 per cento degli ospedalizzati. A spaventare è la grande mole di sintomatici (469 ieri) di cui una quota fatalmente ha bisogno di cure ospedaliere (5 ieri, 20 l’altro ieri, 8 tre giorni fa, 11 il giorno di Natale). Nonostante questa nuova variante provochi meno casi gravi rispetto alla Delta si rischia l’ingorgo.

Ad andare in difficoltà sono soprattutto le aree dei pronto soccorso dove l’onda si sovrappone agli afflussi record dei pazienti ordinari che arrivano per ictus, infarti e altre cause cliniche.

Sullo sfondo la cronica carenza di personale. E così anche la rete dei medici di famiglia rischia di andare a sbattere e segnala una crescente pressione che, a questi ritmi, potrebbe segnare il tracollo delle possibilità di cura a domicilio. 

Un iperafflusso che ieri ha costretto il pronto soccorso del Cardarelli a sospendere le attività dei codici verdi e gialli riservando gli accessi ai soli codici rossi in immediato pericolo di vita. Ad aggiungere ulteriore caos nella prima linea del presidio collinare la riattivazione di nuovi posti Covid in pronto soccorso con lo svuotamento del reparto di Osservazione breve. Quest’ultimo torna ad essere la prima tappa del percorso per i pazienti positivi che giungono in pronto soccorso. I 90 malati non Covid che ieri risultavano ricoverati in Obi sono stati pertanto dirottati in parte nei reparti specialistici e in parte sistemati nel grande stanzone prospiciente l’area di primo intervento. Uno scenario che si inserisce in scia con la richiesta dell’unità di crisi regionale di riattivare le aree Covid in tutti gli ospedali a cui la Asl Napoli 1 ha già dato seguito con la riattivazione, come Covid Hospital, del Loreto Nuovo che da lunedì 3 gennaio riaccende i motori con 50 posti letto dedicati. Il Cardarelli, con i posti Covid già attivi nel padiglione M (ex intramoenia), sale così a circa 100 posti Covid di cui 35 occupati (6 in terapia intensiva e 29 in degenza) con soli due posti di rianimazione ancora liberi. 

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Intanto anche il Cotugno ha convertito, dalle 16 di ieri, anche gli ultimi 40 posti disponibili finora destinati alle altre emergenze infettivologiche. L’intero plesso è consegnato alle cure per Covid-19. Sul piede di guerra l’Arcigay che segnala la chiusura di tutti i reparti deputati alla cura di malati di Aids in tutti i centri infettivologici della Campoania: «Un atto gravissimo e incostituzionale – si legge in una nota – che nega l’assistenza a malati che hanno gli stessi diritti degli altri». «Da noi – replica Cristina Boccia, bed manager dell’azienda dei Colli - tutti i pazienti Hiv che erano al Cotugno sono stati trasferiti al Monaldi dove saranno ubicati anche gli ambulatori». C’è infine il fronte dei medici di famiglia: «I nostri studi come le terapie intensive nel corso della prima ondata». 

«Mentre tutti guardano agli ospedali e ai tassi di occupazione delle terapie intensive e dei posti nei reparti ordinari, il territorio rischia di saltare - dice Luigi Sparano della Fimmg (Federazione Italiana dei Medici di Medicina generale. Senza supporto da parte dei distretti e dei dipartimenti di prevenzione, anch’essi in evidente sovraccarico - aggiunge - non saremo in condizione di reggere ancora a lungo l’impatto della variante Omicron». Tra positività, quarantene, terapie domiciliari e consulti telefonici, sono centinaia le richieste che quotidianamente arrivano ai medici di medicina generale. «Parliamo - conclude Sparano - di migliaia di persone che hanno il Covid o sintomi influenzali e che aumentano in modo esponenziale. Servono decisioni immediate su obbligo vaccinale, limitazioni agli assembramenti e modelli di relazione diretta con le piattaforme».
 

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