Covid in Campania, mille casi al giorno ma le terapie intensive sono vuote

Tornano i contagi: picco stagionale di ricoveri ospedalieri

Continua la campagna vaccinale anti-Covid
Continua la campagna vaccinale anti-Covid
di Ettore Mautone
Domenica 17 Dicembre 2023, 09:00 - Ultimo agg. 10:30
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Aumentano i casi Covid in Campania, insieme alle avvisaglie di un'ondata di infezioni, nei bambini, da virus respiratorio sinciziale che storicamente precedono quelle da Covid e con la concomitante crescita dei casi di influenza stagionale. Ingredienti che uniti all'arrivo dei rigori dell'inverno fanno salire il livello di allerta, preoccupano i clinici e spingono la Regione a una maggiore prudenza: venerdì scorso da Palazzo Santa Lucia è partita la richiesta, ad Asl e ospedali, di incrementare tamponi molecolari e tracciamenti, quasi spariti dai radar, e di procedere ai sequenziamenti dei ceppi di Sars-Cov nei sintomatici e ricoverati per dare un nome e cognome alle varianti circolanti di Sars-Cov-2

Ma partiamo dai numeri: l'indice percentuale dei positivi al tampone per Sars-Cov-2 dalla fine di novembre ha superato ampiamente la soglia del 10% passando dall'11,8% della settimana tra il 27 novembre e il 3 dicembre, al 14,89% nei sette giorni successivi fino a superare il 19 per cento negli ultimi giorni.

Quanto ai nuovi positivi ieri in tutta la regione se ne sono contati 862 mentre sabato scorso erano 209 con una crescita, tra un sabato e l'altro, del 312% mentre la media di nuovi casi in questa settimana è stata di 980 contro i 532 di quella precedente (+84%). Più rassicurante il quadro degli esiti clinici delle infezioni sia riferiti alla quota di occupazione dei reparti intensivi sia relativi ai decessi: si mantengono stabilmente bassi sebbene ieri si sia raggiunto il livello più alto dallo scorso inizio di ottobre con sei posti di rianimazione impegnati. Lo stesso non può dirsi per i ricoveri ordinari che parallelamente all'aumento dei casi, dopo un significativo calo a novembre, sono invece tornati a crescere nell'ultima settimana raggiungendo il primo picco stagionale a quota 164 a fronte dei 137 posti occupati nella settimana precedente.

Nessun allarme ma un aumento di attenzione: a preoccupare i medici è la contemporanea diffusione di più agenti infettivi a trasmissione respiratoria che si presentano con gli stessi sintomi: ossia febbre, raffreddore, mal di gola, tosse e relative complicanze. A rischiare è soprattutto la platea degli anziani e dei fragili di cui pochissimi hanno fatto i richiami vaccinali anticovid (in Campania lo 0,8% degli ultra 60enni e l'1,2% degli ultra 80enni). Pazienti minati da cardiopatie e altre patologie croniche nei quali l'abbassamento delle difese immunitarie ancora apre la strada alle temibili polmonitì (sia da Covid, sia da influenza) ma con una letalità di Sars Cov-2 doppia rispetto al primo. 

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«Da una settimana vediamo molti più casi in pronto soccorso, 5 o 6 al giorno - sottolinea Giuseppe Fiorentino, direttore sanitario aziendale del Cotugno - due giorni fa su sei accessi 2 avevano la polmonite, una per Covid e l'altra per virus H1 N1.Ma sono pazienti anziani e molto fragili. Le polmoniti bilaterali da Covid tipiche degli anni scorsi non si vedono più. In una settimana siamo però passati da 10 a oltre 20 posti occupati da Covid più alcuni altri in isolamento nei reparti: oncologici, leucemici, trapiantati e dializzati hanno complicazioni dall'infezione in relazione allo stato immunitario compromesso». Persone da proteggere in famiglia e nelle comunità. Meno tranquillizzante il quadro delineato da Ivan Gentile ordinario di Malattie infettive del Policlinico Federico II i cui 9 posti letto sono da 15 giorni perennemente occupati con richieste da tutta la regione. «Nessun allarmismo ma i casi in aumento, soprattutto nell'ultima settimana, sono un dato di fatto - conclude il manager della Asl Napoli centro Ciro Verdoliva - un'impennata registrata a Napoli dall'11 dicembre con casi triplicati rispetto ai giorni precedenti. Siamo passati da 10 o 15 nuovi positivi a 100/150 con punte di 250. Se dieci giorni fa avevamo una platea di circa 200 positivi oggi sono 1200 (cioè il totale dei positivi, nda). Resta l'invito a rispettare le norme di buon senso: usare le mascherine nei luoghi affollati, lavare le mani e mantenere il distanziamento da persone con palesi sintomi da raffreddore. Per i fragili resta poi il consiglio di vaccinarsi, sia contro l'influenza che contro il Covid». 

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