Dializzati e positivi al Covid-19: la doppia emergenza che in Campania riguarda circa 6000 persone, la metà delle quali vivono a Napoli ed in provincia, rappresenta una delle condizioni più complicate da gestire in questo periodo così difficile. Chi, infatti, deve essere sottoposto alla dialisi (di regola tre volte a settimana) e risulta anche essere positivo al coronavirus sta vivendo giorni di inferno. Ricoveri impossibili, lunghe attese prima che un'ambulanza riesca a prelevarli e accompagnarli di nuovo a casa, ospedali dove effettuare la terapia che cambiano da un momento all'altro.
A dare l'allarme è Luisanna Annunziata, segretaria regionale di Aned, l'associazione nazionale degli emodializzati. Aned ha scritto una lettera al presidente della Campania, Vincenzo De Luca, assieme ad Anerc (altra associazione che segue i dializzati) e al Forum Trapianti Italia: «Nonostante le soluzioni fino ad oggi adottate, il risultato non sempre è quello sperato», scrivono i volontari. Le associazioni fanno anche alcuni esempi: «Nel centro dialisi distaccato dell'ospedale Rizzoli di Ischia, gli infermieri dedicati da anni alla dialisi sono stati sostituiti da altri senza competenza specifica.
Le difficoltà riguardano sia i positivi sintomatici che quelli asintomaci. Spiega Annunziata: «I primi necessitano di un ricovero, ma individuare posti liberi negli ospedali è complicatissimo. Allora vengono prelevati dalle ambulanze che li portano nel primo centro disponibile, sono costretti a tour della disperazione in tutta la provincia di Napoli, ma la situazione sta diventando ingestibile nell'intera regione. I secondi dovrebbero andare in centri privati, ma anche in questo caso trovare posti liberi è un'impresa».
A Ottaviano, invece, un caso lo ha segnalato Michele Saviano, medico e consigliere comunale, che ha scritto ai vertici dell'Asl Napoli 3 e ha raccontato di una donna di 84 anni, debolmente positiva, prelevata per essere portata a Nola a fare la dialisi alle 15,30 (l'appuntamento era alle 13). L'ambulanza, però, viene dirottata a Castellammare di Stabia. Alle 22 un'infermiera contatta i familiari, comunicando che la dialisi è ormai terminata da tempo e che si attende un'ambulanza che possa riportare la signora al suo domicilio. Ma soltanto all'una di notte la vecchietta, digiuna, senza sottoporsi alle abituali terapie (è diabetica e, pertanto, insulino-dipendente), stremata, giunge a casa. Un calvario che si ripete anche il giorno dopo, quando l'anziana donna torna a casa addirittura alle 2 di notte.