Defibrillatori, è allarme a Napoli: «Tre furti in pochi mesi»

Impossibile prevedere sistemi di sicurezza per evitare il furto

È allarme defibrillatori a Napoli
È allarme defibrillatori a Napoli
Paolo Barbutodi Paolo Barbuto
Giovedì 7 Settembre 2023, 10:05
4 Minuti di Lettura

Un turista svizzero ha un malore a via Chiaia. È un infarto, tra le persone c'è qualcuno che sa cosa fare: raggiunge il defibrillatore che il Comune ha piazzato a piazza Trieste e Trento e lo utilizza per salvare la vita all'uomo. Se quel turista avesse avuto lo stesso malore a piazza Dante non si sarebbe salvato perché il defibrillatore installato in quel luogo è stato rubato. 

Il salvataggio del turista svizzero risale allo scorso 30 maggio. Quel giorno solo l'apparecchio di piazza Dante era stato rubato. Poi, nel corso dell'estate, c'è stata l'impennata: ne sono stati portati via altri due, uno sistemato a via Vergini, l'altro a piazza Municipio.

Quest'ultimo è il furto più imbarazzante dei tre: hanno rubato il defibrillatore sistemato sulla facciata di palazzo San Giacomo, la sede del Comune che dovrebbe essere uno dei luoghi più tutelati della città.

Non esistono date certe dei furti perché in tutti e tre i casi nessuno s'è accorto dell'evento con immediatezza. Non esiste un profilo preciso dei delinquenti, perché qui a Napoli è la prima volta che ci si confronta con eventi del genere, visto che la diffusione dei defibrillatori pubblici è estremamente recente. 

Lo scorso ottobre è ufficialmente partito un progetto che ha radici ben più lontane: Napoli città cardio-protetta. Si tratta di un'idea tenacemente portata avanti dall'assessore Vincenzo Santagada il quale, fin dal giorno del suo insediamento, ha gettato le basi per la realizzazione. In tante altre città d'Italia la diffusione di defibrillatori pubblici è ormai consolidata, a Napoli mancavano così Santagada s'è battuto per colmare la lacuna.

L'acquisto è stato favorito (anche) da donazioni private favorite dalle richieste del Comune che ha diffuso online la documentazione per aderire al progetto; l'installazione ha richiesto un percorso burocratico piuttosto complesso, soprattutto per le apparecchiature previste nei luoghi storici. In casi specifici è stata necessaria anche l'autorizzazione della Soprintendenza che ha chiesto, principalmente, di non occultare la vista dei monumenti o degli edifici storici con i defibrillatori.

Il progetto ha avuto la prima diffusione nell'ottobre del 2022, meno di un anno fa, ed è stato salutato con favore dalla città: tredici apparecchi salvavita diffusi in quasi tutte le municipalità di Napoli, primo passo di un programma che prevede una diffusione molto più capillare dei defibrillatori. 

Impossibile prevedere sistemi di sicurezza per evitare il furto. Queste apparecchiature devono necessariamente essere di facile raggiungimento perché l'utilizzo avviene in caso di emergenza e deve essere immediato. Insomma, così come in tutte le altre città d'Italia e del mondo, il defibrillatore viene lasciato aperto, a disposizione di chiunque. Purtroppo anche dei ladri.

La questione è già nota nelle grandi metropoli d'Italia dove i furti di questi oggetti sono, purtroppo, all'ordine del giorno. Risale alla fine di agosto l'arresto, a Roma, di un ladro seriale di defibrillatori dalle stazioni della metropolitana. Sono una lunga e accurata indagine dei carabinieri ha permesso di cogliere sul fatto l'uomo e di andarlo ad arrestare alla stazione successiva rispetto a quella del furto.

Un defibrillatore ha un costo che si aggira tra i 1000 e i 1.500 euro. Non ci sono notizie approfondite circa un mercato parallelo di questi apparecchi provenienti da furti: secondo gli esperti per quanto sono facili da rubare, diventano difficili da rivendere, così molto spesso vengono dati via dai ladri per poche decine di euro. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA