È stata una delle quattro persone imputate al processo per l'omicidio di Maurizio Cerrato, ucciso con una coltellata al culmine di una lite scoppiata per un parcheggio, il primo a rivelare, quattro giorni dopo il tragico evento, il nome dell'assassino ai carabinieri. La circostanza è emersa oggi, durante l'udienza del processo sulla morte del 61enne vigilante agli scavi di Pompei, ucciso a Torre Annunziata (Napoli) la sera del 19 aprile 2021, in corso davanti alla Corte di Assise di Napoli.
A riferirlo è stato l'allora comandante della sezione operativa dei carabinieri di Torre Annunziata, il tenente Sebastiano Somma, che quella sera venne avvertito e intervenne malgrado non fosse in servizio. L'ufficiale ha riferito che a indicare Antonio Cirillo (il quale dopo gli accertamenti dei militari fornirà la sua confessione) come l'esecutore materiale dell'assassinio di Cerrato, è stato, il 23 aprile 2021, Domenico Scaramella (presente in aula) imputato insieme con il fratello Giorgio (collegato in video conferenza dal carcere di Catanzaro) e con Francesco e Antonio Cirillo, padre e figlio, il primo agli arresti domiciliari e presente in aula, il secondo invece assente.
Domenico Scaramella, ha precisato l'ufficiale, venne ascoltato come persona informata dei fatti, quel giorno.
Nel corso dell'udienza sono state anche letti alcuni dei messaggi «sopravvissuti» alle cancellazioni che si sono scambiati via chat Antonio Cirillo e la sua compagna: in uno di questi l'assassino reo confesso di Cerrato chiede alla sua donna di recarsi sul luogo della tragedia per fagli sapere cosa stesse succedendo («vai là e fammi sapere»). La prossima udienza è stata fissata per il 21 ottobre.