La famiglia del disabile: «La nostra
battaglia era stata già vinta»

La famiglia del disabile: «La nostra battaglia era stata già vinta»
Lunedì 23 Gennaio 2017, 12:57 - Ultimo agg. 12:59
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«Apprendiamo questa mattina direttamente dai giornali che sono state eseguite 5 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di alcuni esponenti del Clan degli Scissionisti, ritenuti responsabili della morte di Antonio Landieri. Con la presente sottolineiamo che niente di ufficiale è arrivato a noi tramite Questura, Prefettura o nostri legali. Al momento non conosciamo nomi e cognomi dei presunti assassini. Dopo 13 anni, lunghi e difficili, speriamo si possa far finalmente luce su questo efferato omicidio che ha visto la morte di un ragazzo disabile di 25 anni. Al di là degli arresti, al di là delle condanne, al di là della giustizia, noi la nostra battaglia l’abbiamo già vinta. Abbiamo vinto quanto lo Stato ha dichiarato Antonio Landieri, vittima innocente della criminalità. Ricordiamo a tutti che Antonio è stato ucciso 2 volte, dal piombo dei Clan e dal cattivo giornalismo, che il giorno dopo la sua morte lo definì uno spacciatore di livello internazionale che aveva contatti col cartello di Calì, in Colombia.
La nostra battaglia lunga 10 anni e 2 mesi, ci ha portato a riqualificare, grazie al sostegno di moltissimi, la figura di Antonio. Aspettiamo con ansia dalle istituzioni l’intitolazione dello stadio di Scampia, ad Antonio, come deliberato ormai circa 1 anno fa dal Comune di Napoli. Vogliamo esprimere tutta la nostra vicinanza alle forze dell’ordine, che nonostante il passare del tempo, hanno portato alla luce questa triste pagina di Scampia. Ringraziamo tutti i ragazzi in giro per l’Italia che hanno sostenuto la nostra battaglia, il Coordinamento dei Famigliari delle Vittime di Camorra, Libera e le istituzioni
». E' quanto scrivono in una nota i familiari del disabile
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