Napoli, donna ferita a Capodanno: «Il proiettile nella schiena non può essere rimosso»

La vittima di Forcella è stata operata

Botti a capodanno
Botti a capodanno
di Melina Chiapparino
Martedì 2 Gennaio 2024, 22:54 - Ultimo agg. 4 Gennaio, 10:30
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Un Capodanno di terrore che ha lasciato una traccia indelebile. La 50enne napoletana ferita da una pallottola la notte del 31 dicembre, a Forcella, è fuori pericolo di vita ma porterà per sempre i segni della follia di cui è stata vittima. Il colpo, esploso poco dopo la mezzanotte, le si è conficcato in una vertebra e non potrà essere rimosso così come, difficilmente, potranno essere cancellati i ricordi dei festeggiamenti interrotti da quel dolore improvviso e acuto all’addome. Il racconto dei momenti interminabili di paura vissuti dalla donna è solo uno dei tanti tasselli che gli investigatori della Squadra Mobile della Questura partenopea stanno ricomponendo per intercettare l’identikit di chi ha sparato. I ricordi sono lucidi e chiari nella mente della 50enne che non ha mai perso conoscenza e, ora, è ricoverata nel reparto di Chirurgia generale dell’ospedale Vecchio Pellegrini. Poco prima che il proiettile le centrasse il fianco destro, la donna si era affacciata al balcone per godersi lo spettacolo dei fuochi di Capodanno dopo aver cenato insieme ai familiari. L’esplosione del colpo è avvenuta in vico Rocci, una delle tante stradine del dedalo di vicoletti compresi tra via Duomo e via Forcella, nel cuore del centro antico di Napoli. Nella zona costellata da palazzine di pochi piani nessuno sembra aver visto nulla ma nonostante la reticenza nel parlare dell’accaduto, sono in tanti a confessare che tra i botti dei petardi si sentivano anche «i rumori di spari».

Dunque, molto probabilmente non c’è stato un solo colpo e non è escluso che ci possa essere stata più di una persona armata per festeggiare in modo balordo la mezzanotte. Nella confusione dei fuochi, forse, è stato proprio il fragore improvviso di uno sparo a turbare la donna che, in una frazione di secondi, si è ritrovata piegata sul fianco con una pallottola conficcata nella colonna vertebrale. Indagini serrate, sopralluoghi della polizia scientifica e controlli incrociati grazie agli occhi elettronici della videosorveglianza.

Sul fronte investigativo, la Squadra Mobile della Questura di Napoli sta procedendo per ricostruire la traiettoria del proiettile che ha centrato il fianco della 50enne e, nello stesso tempo, delineare nel più breve tempo possibile l’identikit di chi ha sparato. Da una parte, c’è la vittima, una 50enne incensurata con una famiglia di professionisti e lavoratori alle spalle, dall’altra il gesto criminale. Per questi motivi, le ricerche sono state estese a tutto campo e, tra gli elementi che potrebbero aiutare le indagini, ci sono anche dettagli e particolari emersi nel raccogliere la testimonianza della vittima. Tra questi indizi potrebbe esserci anche la sensazione che «il colpo provenisse dalla stessa altezza», come avrebbe riferito la donna agli investigatori. Una percezione che, se confermata, escluderebbe la provenienza del proiettile dal basso, quindi dalla strada, restringendo il campo di indagine ai palazzi di fronte l’appartamento della donna, a partire dai primi piani, compresi balconi e finestre.

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La donna è arrivata intorno a mezzanotte e mezza al Vecchio Pellegrini, trasportata in auto dai suoi familiari ed è stata immediatamente assistita con un codice di massima emergenza in pronto soccorso. Dopo le prime cure, è stata trasferita nel reparto di Chirurgia, diretto da Corrado Fantini, dove grazie a un intervento di embolizzazione con l’equipe del radiologo vascolare si è riusciti a tamponare la lesione dell’arteria epatica che metteva a rischio la vita della donna, minacciata da possibili emorragie. Nel complesso, le condizioni della donna sono stabili ed il proiettile che si è conficcato in una vertebra lombare non ha provocato nessun danno alla 50enne che potrà rialzarsi sulle sue gambe, accompagnata dall’aiuto di un busto solo per i primi tempi. Per il momento la prognosi rimane riservata e il monitoraggio sarà costante per scongiurare la compromissione del fegato, scansato dal colpo che con molta probabilità rimarrà conficcato nella colonna vertebrale.

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