I numerosi casi di coronavirus emersi in città generano paura e preoccupazione ma c'è chi non si arrende e si dà da fare anche per gli altri. Con questo spirito opera Giovanni, un residente di Gianturco, nella zona orientale di Napoli, che nel tempo libero si impegna a ripulire gli spazi pubblici del proprio quartiere.
Da alcuni giorni, visti i numerosi episodi di cui è venuto a conoscenza, Giovanni ha deciso di lavare e sanificare le panchine installate di recente in via Emanuele Gianturco così da evitare potenziali situazioni di contagio per anziani, mamme, bambini e per tanti altri che le utilizzano quotidianamente.
In realtà Giovanni ha da sempre dimostrato una particolare attenzione alla collettività e ai beni comuni. Come attivista del comitato civico di Gianturco, insieme a diversi concittadini, opera per il riscatto dell'intera zona per la quale, dopo i lavori di riqualificazione dei mesi scorsi, occorrono ulteriori interventi di manutenzione e pulizia così da assicurare igiene e decoro, particolarmente indispensabili in questo periodo di emergenza sanitaria.
Una situazione per la quale occorre lavorare in modo particolare è quella che si registra in via Carlo Di Tocco, la lunga strada che collega via Emanuele Gianturco e via Benedetto Brin. Qui i marciapiedi sono in buona parte occupati dalla merce dei numerosi esercizi commerciali tanto che risulta pericoloso il passaggio per i pedoni, costretti ad utilizzare la carreggiata. Non va meglio per l'igiene: nessuno raccoglie i cartoni abbandonati in strada e “inzuppati” dalla pioggia. Anche la piccola aiuola è ricettacolo di rifiuti di ogni genere. A peggiorare il quadro è la carreggiata da recuperare interamente, visti i numerosi dissesti, come previsto dal progetto di riqualificazione urbana dell'area portuale di Napoli est. C'è molto lavoro da fare anche per assicurare adeguata sicurezza: dalla presenza di parcheggiatori abusivi ai furti registrati negli esercizi commerciali.
Dalla pulizia dei marciapiedi a quella delle panchine: azioni simboliche con le quali Giovanni e gli altri residenti lanciano un appello a istituzioni e organi competenti così da sensibilizzarli ad intervenire per migliorare la vivibilità dell'ex zona industriale di Napoli.