Napoli, incendio al Giudice di pace: pm a caccia dell’innesco

Distrutti faldoni destinati al macero erano accatastati in un’area dismessa

Napoli, incendio al Giudice di pace
Napoli, incendio al Giudice di pace
Leandro Del Gaudiodi Leandro Del Gaudio
Giovedì 21 Marzo 2024, 23:52 - Ultimo agg. 23 Marzo, 10:05
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Faldoni giudiziari in fumo, pezzi di storia collettiva distrutti. Fiamme, fumo nero, polvere e cenere. Poi: processi bloccati, due giorni di stop alle udienze, mentre vanno avanti le verifiche da parte di carabinieri e vigili del fuoco. Ex caserma Garibaldi, via Foria, luogo iconico per Napoli, dove ogni giorno si affrontano litigi e contenziosi negli uffici della sezione Giudice di pace: è qui che ieri mattina si sono propagate le fiamme. Prime ore di un giovedì mattino, quando il via vai viene interrotto dall’allarme delle fiamme. Tutti fuori dalla sezione distaccata del palazzo di giustizia, tutti via. È un giorno pari, centrale della settimana, quando il flusso di utenti è decisamente più alto rispetto agli altri giorni feriali: caos e paura, le fiamme vengono domate nel giro di pochi minuti.

Stando a una primissima ricognizione, sono andati distrutti faldoni giudiziari accatastati sul pavimento da tempo. Erano destinati al macero, ma le fiamme sono arrivate prima.

Siamo in un cortile adiacente agli uffici giudiziari, zona comunque vicina al transito dei pedoni, di competenza dell’agenzia del Demanio e momentaneamente nella disponibilità della ditta edile affidataria dallo scorso luglio di lavori di ristrutturazione. Lavori rimasti al palo, non ancora decollati. Una vicenda che basta da sola a sollevare allarme sulla manutenzione degli archivi giudiziari, dal momento che i faldoni accatastati sul pavimento - per quanto destinati al macero - contenevano comunque informazioni di natura privata. Resta il giallo dell’innesco. Non è chiara la matrice dell’incendio.

 

Resta così la riserva sull’origine delle fiamme. Bisogna infatti stabilire se l’origine era accidentale o dolosa. Una manina interessata a creare confusione attorno alla gestione di un pezzo di manutenzione? O un attimo di distrazione (e di inciviltà) da parte di un passante? Inchiesta in corso, si è mosso il pm di turno, indagine per incendio al momento contro ignoti. Un giallo, per il momento. Verifiche e accertamenti che sono stati seguiti da parte del presidente del Tribunale di Napoli Elisabetta Garzo, che ha deciso di firmare un provvedimento a garanzia di tutti: ieri mattina le udienze sono state sospese, i processi resteranno bloccati anche oggi. Un contraccolpo inevitabile, determinato da ovvi motivi di cautela, che ha di fatto congelato la trattazione di centinaia di casi da svolgere dinanzi ai Giudici di Pace.

Non un ufficio qualunque, quello della ex Caserma Garibaldi, ma un crocevia decisivo per un pezzo di economia cittadina e per la stessa amministrazione della giustizia. È qui che vengono affrontati fascicoli su liti e contenziosi ordinari, tra liti condominiali e incidenti stradali, tanto da rendere le stanze di via Foria una sorta di spaccato iconico di Napoli. È qui che - almeno fino a qualche tempo fa - era possibile individuare finti testimoni disposti a giurare dinanzi a un giudice per rendere una versione di comodo, buona a truffare questa o quella compagnia di assicurazione. Ma torniamo alle indagini sul fatto di ieri mattina.

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Al lavoro i carabinieri di Borgo Loreto, si attende la perizia dei Vigili del Fuoco, che hanno avuto il merito di cinturare il rogo e di sedare le fiamme. Resta un intero contesto da esplorare, a partire dalla paralisi dei lavori di riqualificazione di un ampio settore della cittadella giudiziaria. Attività ferme da luglio del 2023, un ritardo che fa i conti con i finanziamenti a disposizione, ma anche con le procedure amministrative legate all’affido dei lavori. Un mondo tutto da approfondire, sul quale ieri mattina si registrava una buona dose di apprensione da parte degli utenti. Spiega l’avvocato Angelo Pisani (Noi consumatori): «Questo episodio ripropone in modo drammatico il problema delle misure di sicurezza negli uffici giudiziari, su cui si battono da tempo gli avvocati».

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