Napoli, in piazza Municipio rinasce la Venere degli stracci

Nuova inaugurazione il 22 gennaio: l'opera distrutta da un incendio

La Venere degli stracci distrutta con il fuoco
La Venere degli stracci distrutta con il fuoco
di Alessio Liberini
Venerdì 27 Ottobre 2023, 17:38 - Ultimo agg. 28 Ottobre, 08:56
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«Che dalle tue ceneri possa risorgere una città migliore» recitava uno dei primi bigliettini anonimi lasciati accanto ai resti della Venere degli stracci a poche ore di distanza dalla sua distruzione, avvenuta nella centralissima piazza Municipio all’alba del 12 luglio scorso. Un augurio che a distanza di mesi rimbomba ancora prepotentemente nei vicini meandri di Palazzo San Giacomo, dove oggi il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, ha presentato la nuova versione della Venere.

Interamente finanziata dal suo ideatore, l’artista biellese Michelangelo Pistoletto che ha deciso di donarla alla città, l’opera sarà nuovamente inaugurata il prossimo 22 gennaio 2024 e resterà nel medesimo luogo in cui era posizionata la precedente installazione (distrutta da un incendio appiccato dal senza tetto, Simone Isaia, oggi agli arresti domiciliari dopo un periodo detentivo nel carcere di Poggioreale) fino ad aprile dello stesso anno per poi essere trasferita in un «luogo più sicuro» che l’amministrazione comunale non ha però ancora individuato.

Intanto solo ieri sera, a più di quattro mesi dal rogo, è stata finalmente rimossa la carcassa della statua - ridotta ad uno scheletro di acciaio usurato condito dai resti degli indumenti bruciati - grazie ad un intervento effettuato nel corso della notte da una squadra di operai, coordinati dalla società Napoli Servizi, che ha prelevato la struttura, lasciata a marcire nella piazza affacciata sul porto di Partenope davanti agli occhi dei turisti per tutta la stagione estiva.

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La nuova Venere, garantiscono dal Comune, sarà «un simbolo di generazione e rigenerazione per la città di Napoli». Uno slogan che tuttavia stride amaramente con la cruda realtà di una terra sempre assediata dalle ombre. La Venere (ora è davvero ufficiale) rinascerà ma resta utopistico pensare che possa rappresentare il risorgimento di un’intera città, ovvero quello che a luglio chiedevano i tanti cittadini alle prese col mesto pellegrinaggio di fiori e bigliettini sotto le ceneri della scultura. Tanto è vero che in piazza Municipio, a distanza di pochi mesi, il dolore e le corone di fiori hanno traslato solo di qualche metro. Difatti hanno solo attraversato il marciapiede per trovare una nuova e triste dimora nell’antistante luogo dove il 31 agosto è stato ucciso Giovanbattista Cutolo, il 24enne musicista ammazzato a colpi di pistola da un giovanissimo pregiudicato di appena 17 anni. D’altronde dove non si è riusciti a garantire l’incolumità di un’opera d’arte contemporanea come si poteva mai assicurare quella di un ragazzo.

«Il tema sicurezza, ovviamente, non riguarda solo piazza Municipio ma l’intera città – precisa il primo cittadino, Gaetano Manfredi – bisogna agire su tanti canali: dal controllo del territorio fino all’educazione alla bellezza e all’impegno sociale. Due elementi, quest’ultimi, che cammineranno insieme al fianco dell’operazione di ricostruzione della Venere. Dal momento che ci sarà un importante impegno sociale grazie alle risorse che abbiamo ottenuto con il crowdfunding».

Per suggellare il legame sorto tra l’opera e la comunità partenopea, il Comune di Napoli a margine del rogo aveva infatti dato avvio ad una campagna di raccolta fondi denominata “Ricostruiamola!”, affidata all’associazione “Altra Napoli EF”. Tuttavia, dal momento che l’artista piemontese ha deciso di ricostruire l’opera a proprie spese – il valore materiale della Venere si aggira intorno ai 180mila euro - i fondi ricavati dalla campagna saranno quindi destinati ad associazioni con finalità sociali presenti sul territorio.

«In seguito alla generosa offerta del Maestro Pistoletto e alla proposta di destinare le somme raccolte a due enti del Terzo Settore, Altra Napoli – racconta il vicepresidente dell’associazione, Antonio Lucidi -  ha suggerito, subordinando il tutto ad un’esplicita adesione dei donatori, due significative realtà da anni impegnate a favore degli ultimi. Si tratta dell’associazione "La Scintilla", che opera per la tutela, l’accompagnamento, la socializzazione e la serena autonomia delle persone affette da disabilità intellettiva, e della cooperativa sociale "Lazzarelle”, impegnata nel recupero, attraverso il reinserimento in qualificati progetti di lavoro, delle donne afflitte dal regime di detenzione che vogliono essere protagoniste attive del loro cambiamento».

Nel mentre, al fine di evitare che l'installazione possa essere nuovamente danneggiata e distrutta, il Comune si dice pronto ad instaurare un apposito servizio di vigilanza. «L’opera verrà ignifugata con un processo attento» assicura il consigliere del sindaco e curatore del progetto “Napoli Contemporanea 2023”, Vincenzo Trione, che però mette da subito le mani avanti: «Dinanzi a quello che è accaduto a luglio scorso non c’è ignifugazione che tenga, l’opera però sarà protetta ed in piazza ci sarà un presidio».

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