Napoli, record di feriti prima di Capodanno: è già emergenza botti

Ricoverati 4 minorenni: hanno perso le dita o l’uso di una mano. L’appello dei medici

Leopoldo Caruso, dirigente medico al Pellegrini, mentre cura un ferito dai botti
Leopoldo Caruso, dirigente medico al Pellegrini, mentre cura un ferito dai botti
di Melina Chiapparino
Venerdì 22 Dicembre 2023, 23:55 - Ultimo agg. 24 Dicembre, 10:00
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I feriti da scoppio di petardo sono già un’emergenza a Napoli. Quest’anno il bilancio che si registra a cavallo del Capodanno per i ricoverati con lesioni e danni causati da botti e fuochi d’artificio, è cominciato circa un mese fa. Un record negativo non solo per la tempistica decisamente in anticipo ma anche per i numeri: nove pazienti all’ospedale Vecchio Pellegrini, struttura di eccellenza nell’ambito dei traumi da petardo. «Negli ultimi venti anni non era mai accaduto che si verificassero tanti casi prima di Capodanno» ha spiegato Leopoldo Caruso, dirigente medico del reparto di Chirurgia della mano nel presidio della Pignasecca dove, ogni anno, il professionista porta avanti la campagna di prevenzione contro i botti d’artificio. 

La maggior parte dei pazienti ha riportato traumi per aver raccolto botti inesplosi. «La fascia di età riguarda i giovani tra i 14 e i 24 anni» spiega Caruso che in questi giorni ha operato tre minori, per alcuni dei quali è stata necessaria l’amputazione parziale di una o più dita. Dei nove ricoverati, due giovani provengono dalla Basilicata mentre gli altri sono campani e, nello specifico, due residenti a Quarto, uno a Caserta e i restanti a Napoli. Il più anziano ha 72 anni e dei quattro ricoverati, due hanno 14 anni mentre gli altri rispettivamente 16 e 17 anni. Tra i pazienti c’è anche un vigile del fuoco di 50 anni ferito da un petardo lanciato in una tribuna dello stadio dove era in corso una partita, a Salerno. L’uomo per salvare le persone sugli spalti, ha raccolto il petardo per gettarlo via ed è stato ferito dall’improvvisa deflagrazione del botto. 

L’aumento esponenziale dei feriti potrebbe essere collegato all’aumento del mercato abusivo dei fuochi registrato dopo la pandemia Covid quasi come se ci fosse l’esigenza malsana di strafare con le cattive abitudini. «Il Vecchio Pellegrini è in stato di emergenza con le dovute dotazioni supplementari di ferri e set di primo soccorso per fronteggiare l’eventuale ondata di feriti che potrebbero giungere nei prossimi giorni» racconta Angela Penza, direttore dell’Unità operativa complessa di chirurgia della mano dove quest’anno, in misura maggiore rispetto al passato, il personale ospedaliero si sta preparando per garantire la massima assistenza per i traumi da petardo. «Ogni ricoverato ha bisogno di operazioni specifiche e di cure per preservare il più possibile la funzionalità delle mani ma è importante far capire che i traumi da petardo, quasi sempre, comportano dei postumi fortemente invalidanti e gravi causati dalle amputazioni totali o parziali delle dita» aggiunge Caruso che porta il suo messaggio di prevenzione anche nelle scuole del territorio nazionale. «Non bisogna mai raccogliere fuochi da terra e mai riutilizzare fuochi inesplosi» raccomanda Caruso che ha stilato un decalogo di regole per la prevenzione consultabili sul suo sito (www.dottleopoldocaruso.it).

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«Il nostro messaggio di prevenzione è contrario all’uso di fuochi e botti ma se proprio dovete sparare fatelo utilizzando botti legali e con etichette che dovete leggere con attenzione» continua il medico che, spesso, ha riscontrato disinformazione tra i suoi pazienti. «Quasi sempre le vittime dei petardi mi hanno raccontato che non sapevano che cosa stavano sparando e non erano informati su come utilizzarlo» spiega ancora Caruso che, in caso di scoppio da petardo, raccomanda di «lavare le mani con l’acqua e mettere soluzioni disinfettanti ma soprattutto far sanguinare la ferita per eliminare la polvere e il materiale pirotecnico prima di recarsi nel più vicino pronto soccorso»

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