Il teatro Nest continuerà a operare negli spazi di San Giovanni a Teduccio, nella zona orientale di Napoli. Lo assicura Francesco Di Leva, direttore artistico del Nest, in risposta a quanto denunciato ieri dall’associazione Gioco Immagine e Parole che, finora, ha avuto in concessione i locali al piano terra e al primo piano di via Bernardino Martirano, di proprietà del Comune di Napoli, messi a bando per essere affidati a realtà che portano avanti progetti di rilievo sociale.
Una vicenda spinosa che dura da tempo. L’associazione Gioco Immagine e Parole - alla quale il Comune ha rifiutato la richiesta di affido dei locali per altre sei anni, oltre quelli già concessi finora - ha presentato ricorso ritenendo il bando «completamente assurdo ed illegittimo» e chiedendo delucidazioni all'amministrazione comunale sulle scelte adottate.
Diversa la posizione dell'associazione culturale Nest Napoli est teatro, guidata da Francesco Di Leva, che «si dissocia e prende le distanze da quanto affermato nel video pubblicato, attraverso i propri canali social, dall’associazione Gioco, Immagine e Parole». «La sala teatrale chiamata Nest, brand di cui siamo titolari legalmente, è il luogo dove abbiamo svolto la nostra attività teatrale e sociale, ed in questi anni è stato condiviso con l’associazione Gioco, Immagine e Parole, assegnataria anche dei locali siti al piano superiore del medesimo stabile chiamati Art33» si legge nella nota della compagnia Nest in cui si spiega anche che «il Comune di Napoli ha cercato una mediazione che tenesse dentro entrambe le realtà ma questa non ha avuto esito positivo per l’indisponibilità dell’associazione Gioco, Immagine e Parole». Dunque, la compagnia Nest partecipa all'avviso pubblico per l'assegnazione dei locali di via Martirano sottolineando che «le attività all’interno dello spazio teatrale sono state garantite dal Comune di Napoli e proseguiranno come da programmazione». «Faremo del nostro meglio per sviluppare una proposta progettuale che preservi quanto fatto fino ad oggi in uno spazio che sentiamo al servizio della città» conclude la nota.
Duro il commento di Francesco Di Leva. «I locali di una pubblica amministrazione sono un patrimonio della comunità non possono stare nelle mani di una sola associazione per decenni», ha scritto Di Leva su Facebook. «Il bando pubblico è sinonimo di trasparenza e legalità nei confronti di tutti i cittadini. Partecipa chi ha le competenze e vince chi è più bravo, soprattutto chi propone un'offerta migliore alla comunità. Uno spazio teatrale non poteva più stare nelle mani di una associazione che non aveva le competenze per gestirlo» si legge nel post pubblico dell’attore in risposta alla decisione dell’altra realtà associativa di non partecipare all’avviso pubblico per l’assegnazione dei locali.