Reddito di cittadinanza, la rabbia di Lino Romano: «Domande su Salah al concorso per spazzini»

«Io rinuncio al Reddito di Cittadinanza se i politici rinunciano ai loro vitalizi e alle pensioni d’oro»

Lino Romano
Lino Romano
di Emiliano Caliendo
Domenica 11 Dicembre 2022, 19:15 - Ultimo agg. 12 Dicembre, 08:35
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Le storie dei vincitori del concorso pubblico per operatori ecologici della ditta municipalizzata del Comune di Napoli, Asia, negli ultimi giorni sono salite alla ribalta nazionale. Tantissimi i diplomati e addirittura dodici i laureati – sui primi 200 neoassunti - che imbracceranno scopa e paletta dopo aver superato la temuta prova concorsuale.

A dimostrazione del fatto che un posto fisso, anche se dequalificante rispetto al proprio percorso di formazione, è sempre meglio della precarietà o della disoccupazione dilagante, soprattutto a Napoli. 

Tuttavia, poco si è dibattuto degli inidonei, la stragrande maggioranza della platea di quasi 20mila concorsisti. Tra questi Pasquale Romano, per gli amici Lino, 48 anni, due figli, separato, ma soprattutto percettore di Reddito di Cittadinanza.

Lino vanta una precedente vita lavorativa da operatore ecologico, dagli anni ‘90 ad inizio 2000, nelle varie aziende private che prima di Asia si sono susseguite nella gestione del servizio di raccolta e spazzamento rifiuti a Napoli e provincia. Ben 15 contratti a tempo determinato, «sei anni di lavoro» che a inizio millennio, però, non si sono tramutati nell’agognata assunzione a tempo indeterminato che sarebbe dovuta arrivare – nel passaggio da un appalto all’altro - con l’ingresso nell’attuale partecipata dei rifiuti. Eventualità che di fatto, per Lino, a differenza di altri 1017 fortunati, non si è verificata. 

Romano, dunque, che da tre anni percepisce il Reddito di Cittadinanza, a cui non vuole assolutamente rinunciare, manifesta il suo sdegno verso l’amministrazione comunale: «Chiedo le dimissioni immediate del sindaco Manfredi: facendo partecipare persone con la terza media insieme a persone laureate, non c’è partita. Ho dovuto rispondere a domande di cultura generale sull’arrivo della regina di Norvegia a Napoli, su quando è nato Salah (il giocatore del Liverpool) o sulle canzoni di Orietta Berti». Quando gli si fa notare che agli impieghi nella pubblica amministrazione si accede con concorso pubblico, Lino ribatte che «il sindaco avrebbe dovuto dare precedenza per le nuove assunzioni agli iscritti ai centri per l'impiego come operatori ecologici». Una linea di pensiero sposata da tanti beneficiari del Reddito di Cittadinanza, in quanto i centri per l'impiego avrebbero dovuto svolgere una funzione fondamentale nel favorire il reinserimento nel mondo del lavoro dei percettori. «Il concorso è stato solo un business, il sindaco mi ridia indietro i 17 euro e 50 d’iscrizione, più i 25 euro del libro», è lo sfogo arrabbiato del 48enne, originario dei Quartieri Spagnoli.

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Lino Romano nelle ultime settimane però è anche diventato un volto televisivo, partecipando a diversi talk show delle reti Mediaset, alla trasmissione Non è l’Arena su la7, diventando anche uno dei personaggi più richiesti del circus radiofonico de La Zanzara su Radio24. La sua strenua difesa del Rdc arriva al punto dal voler rifiutare un eventuale lavoro ben retribuito fuori Regione. Una posizione che ha sbigottito diversi suoi interlocutori nei salotti televisivi. «Offerte di lavoro ce ne sono state – racconta  - ma non andrei mai a Brescia o a Pisa. Non voglio indossare il vestito da migrante. Vediamo se un percettore di Brescia o Pisa verrebbe qui a lavorare. Anche lì, in Toscana e Lombardia, ci sono decine di migliaia di persone che prendono il Reddito. Dovrebbero dare priorità a loro». Alla domanda sul rischio di rivolte sociali in futuro, se, come previsto dall’attuale Finanziaria del governo Meloni, il reddito sarà definitivamente abolito per gli occupabili a partire dal 2024, Romano risponde: «Temo di sì ma ho paura per i miei figli». «Non so quello che succederà – aggiunge - ma non sarà qualcosa di buono. Già vedo diversi gruppi che si stanno organizzando in Sicilia e nel Sud per andare a Roma a difendere il Reddito di Cittadinanza. Se ci sarà una manifestazione andrò anche io perché mi sono sempre battuto per la giustizia sociale». 

Romano si rivolge dunque direttamente alla premier Giorgia Meloni: «Invito la premier a Napoli dove vedrà che c’è necessità di operatori ecologici, giardinieri, autisti, ausiliari del traffico. Personalmente sono pronto a rinunciare al Reddito di Cittadinanza per la Patria se i politici rinunceranno ai loro vitalizi e alle pensioni d’oro». Questo è l’ultimo appello in salsa populista di Lino. Il quale ricorda giustamente che con i suoi 700 euro mensili erogati dallo Stato «non si vive ma si sopravvive» e che inoltre «si mantiene la piccola economia di quartiere spendendolo dai piccoli commercianti, dal macellaio al salumiere». Da capire quale sarà risposta del governo alle migliaia di Lino Romano in giro per lo Stivale.

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