Rione Salicelle di Afragola: «Noi discriminati e costretti a vivere nel degrado»

Rione Salicelle di Afragola: «Noi discriminati e costretti a vivere nel degrado»
di Rosaria Rocca
Venerdì 6 Maggio 2022, 14:45 - Ultimo agg. 15:23
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Circondati da cumuli di rifiuti, costretti a vivere in edifici fatiscenti e denigrati da chi li guarda da fuori: è questa l’altra faccia della medaglia del rione Salicelle di Afragola. Le palazzine popolari sono tristemente note alle cronache locali per l’alta percentuale di criminalità. C’è, però, chi combatte per liberarsi di quello che sembra essere ormai un marchio. Luca Blindo è conosciuto a livello nazionale come il rapper delle Salicelle ed è arrivato a far sentire la sua voce anche al Campidoglio e a Palazzo Chigi.

Nonostante la rabbia, non smette di credere nel futuro: «Siamo la provincia dentro la provincia.

Il rione si trova all’uscita dell’asse mediano e il bigliettino da visita sono grosse cataste di rifiuti. Non sono dei residenti delle Salicelle, qui li vengono a portare gli altri. Fin da bambini, sopportiamo la discriminazione. È facile finire in brutte strade e perdersi in un quartiere come questo. Faccio lezioni gratuite di musica ai ragazzi per far capire loro che ci sono altre possibilità».

All’aspetto sociale si aggiungono le strutture fatiscenti: «Si aspetta sempre la tragedia prima di fare qualcosa. Ci sono edifici su cui si dovrebbe intervenire subito perché in quelle strade giocano i bambini. Alla manutenzione delle case provvediamo noi perché altrimenti non sarebbe fatto mai nulla. Siamo considerati solo durante le elezioni, quando non si contano le promesse. Ci sono enormi buche nei viali e nessuno si decide a coprirle. Le strade non hanno un nome, siamo tutti via Salicelle e indicati per isolati». 

 

Quest’ultima questione continua ad essere combattuta dai consiglieri Antonio Iazzetta, Crescenzo Russo e Marianna Salierno: «Chiediamo all’amministrazione di dare esecutività alla delibera del 2017 e l’istituzione della Commissione toponomastica da parte del sindaco. In mancanza di risposte, quando la mozione tornerà in consiglio comunale tutti i consiglieri dovranno prendersi la responsabilità di non dare un nome alle Salicelle per ragioni a noi ignote.

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Al di là dei risvolti concreti e positivi per chi ha difficoltà anche a dare un indirizzo preciso per ricevere soccorsi medici, buttare nel cestino quel progetto del 2016 è uno schiaffo a quei bambini ormai cresciuti. Avranno l’ennesima dimostrazione che le istituzioni sono sorde alle richieste di aiuto che arrivano da quel quartiere».

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