Secondigliano, fenomeno babygang: «Qui lo arginiamo con la cultura, il problema non è Gomorra»

Foto di gruppo dei volontari dell'associazione Larsec
Foto di gruppo dei volontari dell'associazione Larsec
di Gennaro Morra
Venerdì 19 Gennaio 2018, 11:58
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Divenuto di stretta attualità dopo i gravi fatti di cronaca registrati nelle ultime settimane, quello delle baby gang, le bande di ragazzini che scorazzano per la città provocando pesanti danni a cose e persone, è un fenomeno tutt’altro che nuovo. Ne sanno qualcosa quelli dell’associazione Larsec, che dal 2014 opera nel quartiere di Secondigliano proprio per cercare di aggregare i ragazzi, togliendoli dalla strada e provando a essere per loro un punto di riferimento positivo. A partire dalla sede dell’associazione situata in quella piazza Luigi Di Nocera, che ai tempi della sanguinosa faida tra il clan Di Lauro e gli scissionisti era diventata luogo di spaccio della droga, mentre oggi lì nascono idee per promuovere e realizzare un risveglio culturale del quartiere.
 
«Larsec è l’acronimo di Laboratorio di Riscossa Secondiglianese e nasce con l’intento di risollevare le sorti di un quartiere, dove, soprattutto durante la faida, non era nemmeno possibile uscire di casa – spiega il presidente dell’associazione, Vincenzo Strino –. Siamo partiti con dei laboratori formativi per aspiranti pasticcieri e pizzaioli e nei prossimi mesi ne partiranno due su scrittura creativa per il teatro e giornalismo. Poi proponiamo una serie di format culturali che ci permettono di veicolare cultura senza annoiare, considerando che ci rivolgiamo a un contesto che fa registrare un tasso d’evasione scolastica tra i più alti d’Europa».
 
Format culturali che danno vita a eventi come il festival Secondigliano Block Party e il Napoli Book Club. Il primo è una rassegna di vari artisti che dura più giorni e che si è svolta per tre edizioni nel mese di giugno: le due iniziali organizzate nel parco San Gaetano Errico, la terza si è tenuta nel centro storico di Secondigliano in concomitanza della Notte bianca promossa dalla Municipalità. Un appuntamento che ha visto la partecipazione di 5mila persone. Il Napoli Book Club, invece, consiste in una serie d’incontri con scrittori: a fine gennaio dovrebbe esserci quello con Peppe Lanzetta, mentre Maurizio de Giovanni ha già confermato la sua presenza per febbraio.
 
«Un altro format che proponiamo è il Secondigliano regna, che intende valorizzare le eccellenze secondiglianesi – spiega ancora Strino –. Per anni si è parlato solo di quello che di negativo succedeva nel quartiere, perciò abbiamo voluto questa iniziativa per diffondere una narrazione positiva di Secondigliano. Quindi ci sarà il campione mondiale dei pizzaioli, ma anche scrittori e altre personalità di successo, che sono nate qui o che addirittura ancora ci vivono. Un modo per portare ai ragazzi delle testimonianze positive».
 
Tra l’altro, “Secondigliano regna” è anche il titolo di una canzone tratta dalla colonna sonora di Gomorra, la serie tv di successo che spesso viene messa sul banco degli imputati quando si parla del fenomeno baby gang. A detta di molti, infatti, la fiction, nata da un’idea di Roberto Saviano, sarebbe colpevole di mitizzare la figura del camorrista, influenzando negativamente i ragazzi: «Chi lo sostiene probabilmente è in cattiva fede, volendo colpire indirettamente Saviano e i produttori della fiction, o non conosce il nostro contesto – afferma il presidente di Larsec –. Gomorra è iniziata ad andare in onda proprio nel 2014, lo stesso anno di nascita della nostra associazione. Io, insieme a Michele Somma e Chiara Capasso, gli attuali vicepresidenti, ho sentito il bisogno di fare qualcosa per arginare il fenomeno, che già allora era dilagante». E conclude: «In tre anni abbiamo raccolto l’adesione di oltre 100 soci e siamo costantemente presenti sul territorio con attività di volontariato senza chiedere soldi a nessuno. Finora siamo riusciti a coinvolgere in queste attività una trentina di ragazzi, prevalentemente nati e cresciuti in contesti familiari problematici. Spesso questi giovani non hanno punti di riferimento e noi proviamo a dargliene uno. Ma si deve fare di più, soprattutto queste iniziative dovrebbero estendersi a tutto il territorio cittadino».
 
Per questo da qualche giorno i ragazzi del Laserc hanno diffuso sui social network un breve video per esporre i propri progetti e chiedere ad altre associazioni di unirsi all’iniziativa e costruire una rete solidale.
 
 
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